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Olivier Père • Quinzaine des Réalisateurs

Un cinema d'avanguardia, moderno e indipendente dal punto di vista economico

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Incontriamo il delegato generale della Quinzaine des réalisateurs (dal 15 al 25 maggio), che festeggia quest'anno sulla Croisette il suo 40mo anniversario nell'ambito del 61mo Festival di Cannes.

Cineuropa: Quali sono le tendenze di questa 40ma edizione?
Olivier Père: Abbiamo selezionato 22 lungometraggi, 15 dei quali sono di registi al loro primo passaggio a Cannes. Presentiamo inoltre cinque opere prime in corsa per la Caméra d'Or. Abbiamo scelto film che si distinguessero per la loro audacia, la loro singolarità, la loro assunzione di rischi, il loro movimento. C'era molta scelta quest'anno e abbiamo privilegiato le opere che testimoniassero una certa urgenza. Perché è questo il ruolo della Quinzaine.

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Sono emerse tematiche trasversali?
Quando si sceglie un film, lo si fa per le sue qualità intrinseche, ma si cerca di disegnare anche un contesto e di fare accostamenti che funzionino. Quest'anno si può notare una forte presenza del rapporto tra finzione e documentario, della relazione tra cinema e reale, in tutto il mondo. Con stili molto differenti, si pone la questione di un cinema non militante, ma impegnato, in connessione con la politica, il mondo e la poetica.

Si può parlare di rinascita del cinema belga, con due titoli nella vostra selezione?
Il cinema belga è in buona salute da qualche anno a questa parte. Sono due film d'autore, ma molto diversi tra loro. Eldorado [+leggi anche:
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di Bouli Lanners è una commedia agrodolce, un road-movie che presenta un universo estremamente particolare. Joachim Lafosse conferma invece un talento eccezionale con Elève Libre [+leggi anche:
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intervista: Jacques-Henri Bronckart
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, un film più classico nella forma, ma la cui storia, forse più dura, è molto originale e fa pensare.

L'Europa dell'est torna in forze.
Ed è una buona notizia. Da Jerzy Skolimowski, che è un grande maestro e fa il suo ritorno in Polonia e al cinema, a un'opera terza generazionale del romeno Radu Muntean, passando per un'opera prima slovacca di Juraj Lehotsky sull'amore tra ciechi, senza dimenticare un film russo: quest'anno, si assiste a grandi variazioni geografiche segnate dalla forte presenza dell'Europa dell'est e dell'America Latina.

La Quinzaine presenterà l'unico lungometraggio spagnolo selezionato a Cannes quest'anno.
Ed è catalano (El Cant dels ocells di Albert Serra). La Quinzaine invita per il terzo anno consecutivo un giovane regista spagnolo. Da diverse edizioni, manifestiamo un interesse particolare per questa cinematografia, come per gli italiani e i portoghesi: quest'anno abbiamo Francesco Munzi e Miguel Gomes. Ma sono i film che dettano le nostre scelte, non i preconcetti, né le nazionalità.

Cinque film francesi in programma: è il numero ideale?
Sono meno dei sei o sette degli anni precedenti. Il numero cinque non mi stupisce affatto, perché molte valide proposte provengono dal cinema d'autore francese. E se quest'anno ci sono alcuni habitué di Cannes (Bertrand Bonello, i fratelli Larrieu, Claire Simon, Rabah Ameur-Zaïmeche), è perché si tratta di registi che si distinguono per la loro indipendenza, il loro stile e la loro originalità. E' anche per questo che abbiamo voluto che un giovane cineasta come Nicola Sornaga fosse presente con un film estremamente libero e poetico.

Quali sono le sue impressioni in merito a questo 40mo anniversario della Quinzaine?
C'è un'effettiva coerenza tra ciò che è stato dal 1969 in poi, in termini di selezione dei film, e il nostro programma 2008: film d'autore, di artisti, talvolta opere sperimentali. Apparteniamo alla storia del cinema d'avanguardia, del cinema moderno e del cinema indipendente dal punto di vista economico. Nel 1969, alla Quinzaine erano presenti Glauber Rocha, Fassbinder, Oshima, poi sono venuti Haneke, Jarmush, Egoyan e tanti altri: siamo fieri di questa eredità e speriamo di portarla avanti. E questo anniversario ci permetterà non soltanto di accogliere a Cannes i registi legati alla storia della Quinzaine, ma anche di organizzare fino alla fine dell'anno diversi omaggi e retrospettive all'estero.

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