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FESTIVAL Spagna

Cinema Jove: Come fare una webserie senza finire in prigione

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- Il Cinema Jove di Valencia ha ospitato una serie di tavole rotonde dedicate alla produzione, distribuzione e promozione delle webserie

Cinema Jove: Come fare una webserie senza finire in prigione

(s-d, Emilio Sánchez, Henry Gagnon, Maria Albiñana, Meredith Burkholder, traduttrice)

La decisione di abbracciare format emergenti al Cinema Jove di Valencia, un festival che sostiene le nuove voci del cinema – soprattutto quelle che si trovano al margine dell’industria cinematografica – sembra piuttosto conveniente. “Solo pochi anni fa non sapevo nemmeno cosa fosse una webserie! Finché la mia collega, la regista Ana Ramón Rubio, non mi ha telefonato per dirmi che stava facendo un’audizione per una webserie” – ha confessato Maria Albiñana, attrice e coordinatrice dell’evento insieme a Ana Ramón Rubio. “Allora le ho chiesto: ma cos’è – uno show televisivo per internet? Ma c’è davvero qualcuno che lo guarda? Una volta entrata in questa comunità però, ti rendi conto che queste persone cercano solo di raccontare delle storie”.

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Mentre l’evento – che ora festeggia la seconda edizione – cerca di farsi spazio sulla scena internazionale, lo si può usare come trampolino di lancio per il mercato, che sembra stia crescendo piuttosto velocemente. Tuttavia, secondo quanto emerso dalla tavola rotonda denominata per l’occasione How to Make a Web Series Without Ending up in Prison (Come fare una webserie senza finire in prigione) gli aspiranti creatori devono affrontare ancora diversi ostacoli, dalla mancaza di piattaforme di distribuzione adeguate alla riluttanza di potenziali acquirenti e promotori. Questo perché, come sostenuto da Mafalda González di Flooxer [una piattaforma video online], quando si tratta di webserie, alcune delle regole abituali non vengono applicate. “La televisione pubblica punta a essere per tutti, ma con la webserie, è diverso. Devi trovare la tua nicchia di pubblico” – ha detto a Cineuropa.

“Se ti viene in mente un’idea, assicurati che non sia mai stata sviluppata prima d’ora. Sii unico” – ha aggiunto Dirk Rosenlöcher, creatore di Discocalypse. “E non arrenderti, anche quando la situazione si fa dura. Perché lo sarà”. Certo, gran parte delle webserie autoprodotte non possono beneficiare di un grande budget. Eppure, anche questi vincoli possono essere superati. “Quando di soldi non ne hai, lavori con quello che c’è” – ha detto Samuel Brisson, attore e co-creatore di Explaining to Alien. “Detto questo, se realizzi un progetto dove il tuo personaggio è sempre truccato e in costume, assicurati che sia tutto di qualità.  Ho indossato lenti a contatto scadute da 3 anni perciò i miei occhi bruciavano tutto il tempo e il costume era troppo attillato”.

Anche se realizzare una webserie è davvero impegnativo, questo è solo l’inizio: la distribuzione attraverso piattaforme diverse da YouTube è ancora problematica. “È un po’ come chiedere se Dio esiste” – ha detto Maria Albiñana con aria impassibile. “I registi devono avere fede”. Ad ogni modo, persone come Henry Gagnon della HG Distribution sono fiduciose perché pensano che ci siano delle soluzioni per rendere l’attività redditizia. “Sono un venditore, perciò so che ogni cosa ha il suo prezzo e che si può vendere di tutto. Ma devi capire ciò che vuoi. Scegliere di usare YouTube o qualsiasi altro grande portale può influenzare il futuro del tuo contenuto: rischi di perdere dei soldi che diversamente sarebbero stati versati dalle emittenti internazionali. Certo, più dai al pubblico, maggiore apprezzamento ottieni”.

“Devi sapere qual è il tuo pubblico destinatario, perché non puoi trasmettere a caso, sperando che qualcuno scopra il tuo lavoro. Non funzionerà” – ha precisato Meredith Burkholder, direttrice del Berlin Web Fest. E quindi è di grande aiuto mostrare le webserie al festival. “Vediamo moltissime cose ben fatte, ma che assomigliano troppo alla televisione. Cerchiamo persone che usino il medium così com’è e i festival di webserie sono la chiave per lanciare gli show su una piattaforma internazionale. Vogliamo che vengano visti” – ha detto. “Ed è lì che incontri i distributori o qualcuno che comprerà il tuo show. I festival stanno diventando un trampolino di lancio per creare una vera e propria industria”.

Mentre il direttore di Flooxer, Emilio Sánchez, è parso abbastanza pessimista per quanto riguarda le prospettive commerciali offerte dalle webserie, altri hanno scelto di vedere il lato positivo dell’intera situazione. “Quando 11 anni fa ho avviato la mia società, ero da solo” – ha detto Henry Gagnon. “Ma di recente ho incontrato degli attori internazionali in cerca di un contenuto che sia breve”. “Siamo in un periodo in cui tutti vogliono scoprire quale strategia e quale genere funzionano meglio, qual è la migliore durata di un episodio. Ma l’interesse in questo tipo di format sta crescendo sempre più” ha osservato Meredith Burkholder. “Per me, il futuro è roseo”.

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