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Rutger Hauer • Attore

Filmfactory Master Class: Un nuovo ruolo per l’icona olandese

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Per celebrare i suoi 40 anni di carriera, l’attore olandese Rutger Hauer ha recentemente fatto ritorno in Olanda in un ruolo differente. Cineuropa l’ha incontrato il 18 giugno a Rotterdam, poco prima dell’inizio della terza edizione della Rutger Hauer Filmfactory Master Class , dove una trentina di partecipanti realizzeranno 12 cortometraggi. Si tratta di progetti aperti da sviluppare giorno per giorno e dove tutto può succedere. Cineuropa: Qual è la filosofia dietro la Filmfactory?
Rutger Hauer: E’ un lavoro di squadra di professionisti, registi, attori, produttori, direttori della fotografia, eccetera, che lavorano insieme con il particolare obiettivo di utilizzare le loro intuizioni e il loro istinto. Una scaletta di lavoro serrata genera grande pressione. Per questo devono “ballare” senza pensare troppo, avvantaggiarsi degli inconvenienti. Vorremmo che girassero con la pancia più che con la testa. E’ una questione di dedizione e di convogliare il lavoro attraverso il loro sesto senso.

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L’evento è alla sua terza edizione. Che cosa è cambiato rispetto agli inizi?
La prima volta abbiamo inventato tutto mentre lo facevamo. Per la seconda edizione abbiamo utilizzato ciò che avevamo imparato e lo abbiamo migliorato. Le squadre erano più mature, più forti. Per la terza edizione, abbiamo già programmato alcuni importanti ospiti, come Paul Verhoeven e Robert Rodriguez, che prenderanno parte alle discussioni tramite Skype. Come molti, siamo in difficoltà finanziarie e il nostro obiettivo è quello di concentrarci nel fare cose che ci appassionino. Spesso le cose possono andare per il verso sbagliato e richiedono molto più tempo del previsto. Per questo spero che ci siano delle pause inaspettate rispetto al programma, così da poterci tutti girare verso lo schermo che abbiamo istallato per vedere una sorta di enorme banca dati del cinema su YouTube. Mostreremo ai partecipanti la conoscenza cinematografica a noi già nota, ciò che è già stato realizzato. Sarà fantastico.

Oltre a concentrarsi sulle loro intuizioni e sulla loro creatività per far fronte alle scarse risorse logistiche imposte, i partecipanti sono incoraggiati a realizzare storie credibili. Perché crede questo sia importante?
Questa master class è un ottimo esercizio per vedere quanto riescono ad avvicinarsi a una forma di “realismo”. È un gioco di dieci giorni. Diamo loro alcuni materiali, strumenti e attori per lavorare. Giocano tra loro e noi con loro. Almeno una volta al giorno cerchiamo di deviarli, di spiazzarli, e loro devono adattarsi. Deriva tutto dall’esperienza pratica in combinazione con alcune idee del movimento Dogma. La credibilità è parte dell’esecuzione, è il punto di partenza ma anche il punto d’arrivo. Che cosa viene dato ai partecipanti inizialmente?
Alla base di un’idea per un cortometraggio può esserci qualsiasi cosa. Gli daremo delle sceneggiature, se ne abbiamo di buone. Se, ad esempio, ne abbiamo solamente una, possiamo chiedere a tutti di realizzare la stessa sceneggiatura. Sono molto interessato a questo genere di cose. Possiamo anche decidere di assegnargli un racconto, un’idea, una poesia o una canzone. L’aspetto fondamentale è riuscire a capire che cosa ne faranno e che tipo di difficoltà ed errori affrontano. Ne verrà comunque fuori un’esperienza positiva.

Lech Majewski, uno degli insegnanti della master class, la ha diretta in uno dei suoi film, The Mill and the Cross. Com’è il vostro rapporto professionale?
Lech sta montando il film in questo periodo e si pensa di presentare l’anteprima al Louvre di Parigi. Il film va alla scoperta della pittura di Bruegel, la quale, grazie a Majewski, prede letteralmente vita. Apprezzo il progetto, che è stato, per la maggior parte, girato in green screen. Si interroga su cosa, ad esempio, sia successo all’arte nel cinema e perché sia scomparsa. La pubblicità ha, in qualche modo, eroso il cinema e le sue tecniche, tanto che sembra di aver venduto l’anima. Guardare la televisione oggi è una tortura e fare film è decisamente troppo costoso. Il cinema digitale, sebbene sia ancora fragile, rappresenta il futuro. Lech fa film che vuole realizzare, per un pubblico che vuole vederli. I partecipanti impareranno qualcosa durante la master class. Lei che cosa si aspetta di trarre da questa esperienza? ?
I miei maestri, ospiti e insegnanti faranno vedere scintille. So che alcune di queste luci saranno eterne. Niente è paragonabile all’insegnamento, al trasmettere la conoscenza. Stiamo diffondendo il nostro sapere. È un ottimo cibo. E non sto parlando di un Big Mac.

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