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Feo Aladag • Regista

“La necessità universale di essere amati per noi stessi”

- Estratti della conferenza stampa alla Berlinale 2010 dove la regista austriaca ha presentato il commovente When We Leave nella sezione Panorama

Com'è nato questo progetto?
Feo Aladag: Sei anni fa, ho girato un film di montaggio per Amnesty International sulla violenza contro le donne, e ho fatto molte ricerche, letto tanti rapporti - molte delle notizie dei quotidiani tedeschi riguardano la violenza domestica. È un tema emotivo, ma nel fare cinema i sentimenti ti aiutano e sostengono, ti rendono più creativo: il film si nutre di quello che succede dentro di te.

E allora ho cercato di trovare quel nucleo universale che mi spingeva verso questo tema, che è, per me, la necessità universale di essere amati per noi stessi, per il nostro personaggio. Abbiamo bisogno di amore incondizionato. È un piccolo ma importante passo verso il superamento dei pregiudizi.

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Quale spera sia la portata del suo film?
La storia supera il microcosmo di una famiglia: si parla della ricerca di un terreno comune. La società tedesca ha davvero bisogno di instaurare un dialogo aperto con le sue minoranze. Bisogna guardarsi l'un l'altro senza condanne o stereotipi… La gente deve vedere che questa società, che forse non funziona in maniera omogenea, ha però tutti gli strumenti per farlo. Spero che il mio film possa far nascere un dialogo.

A questo proposto, ci racconta la sua sfida - lavorare in due lingue?
Il turco è molto difficile, ho iniziato a studiarlo cinque mesi prima delle riprese e devo dire che non ci sono riuscita, ma lavorare in lingua turca mi ha arricchito. Poiché non si poteva tradurre tutto parola per parola, abbiamo fatto scivolare le cose sulle immagini e considerare poi quanto è ricca quella lingua. È sempre una grande sfida girare in due lingue, ma non si gira sempre a livello verbale. La comunicazione avviene in molti altri modi, ed il linguaggio è solo uno dei suoi livelli.

Per la musica, ad esempio, ho scelto la colonna sonora originale di Max Richter e Stéphane Moucha perché non volevo folk music, ma un'armonia. Il folklore non andava bene per il film.

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condivide con La sposa turca [+leggi anche:
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di Fatih Akin un tema (l'integrazione) e un'attrice (Sibel Kekilli)...

Quando è uscito La sposa turca non avevo ancora iniziato a scrivere. Penso che la principale differenza tra i due film sia che, ne La sposa turca, l'eroina vuole liberarsi dalla famiglia, e andare via, mentre nel mio Umai tenta costantemente di fare entrambe le cose, non perdere l'amore e l'affetto della famiglia e vivere la sua vita come vuole. Non smette mai di tornare dalla sua famiglia ed esserne parte, i loro legami sono forti.L'approccio è differente.

Penso che più il cinema tocca questi argomenti più è meglio. Raccontare tutte le minoranza che sono nel nostro paese, non solo quella turca, è importante.

When We Leave ha vinto il Premio LUX 2010 del Parlamento Europeo in novembre 2010.

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