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Fanny Ardant • Regista

“I film sono come bottiglie nel mare”

di 

- Alla sua seconda regia con Cadences obstinées, la grande attrice francese ci parla del piacere di dirigere gli attori e dell'incontro tra arte e industria

Fanny Ardant ha da poco terminato le riprese di Cadences obstinées [+leggi anche:
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, un film sentimentale di cui firma la regia e che vede nel cast Asia Argento, Nuno Lopes, Gérard Depardieu. “Un film globale, europeo, con grandi attori”, secondo la concisa definizione dell'attrice e regista francese. È il suo secondo lungometraggio da regista dopo Cendres et sang [+leggi anche:
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del 2009. Il portoghese Paulo Branco produce anche questo nuovo progetto dell'attrice attraverso la parigina Alfama Films, in coproduzione con France 3 Cinéma (leggi news). Per Lisbona, dove si sono svolte le riprese, la Ardant ha avuto parole appassionate: "Rosa Luxemburg diceva che la terra appartiene a chi la lavora. Lisbona mi appartiene".

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Cineuropa ha incontrato Fanny Ardant a Roma in occasione della consegna dei Globi d'Oro della stampa estera al cinema italiano, dove l'attrice ha consegnato il premio alla carriera a Franco Zeffirelli. 

Cineuropa: Quali crede siano le qualità del cinema europeo per poter reggere l'impatto artistico e commerciale con quello americano?
Fanny Ardant
: Non ho mai pensato al cinema in termini di nazionalità: il cinema è cinema. Se lei mi parla di cinema in termini economici il cinema è americano. Ci sono autori in tutto il mondo: ci sono grandi autori americani, europei, coreani, iraniani... ma dove si può avere la possibilità di vederli? Il problema è anche la distribuzione. André Malraux diceva "il cinema è un'arte e un'industria", dunque è complicato perché sono due cose che difficilmente si conciliano. Il cinema considerato solo come industria è riduttivo e allo stesso tempo un film visto da tutti è una grande opportunità. Perché un film deve viaggiare: per me il film è come una bottiglia nel mare. Può succedere che un film francese che non ha avuto grande successo in Francia vada in Giappone e abbia successo. A Parigi abbiamo la possibilità di vedere film di tantissime nazionalità e anche molti film americani. Adoro alcuni autori del cinema americano.

Negli ultimi anni il cinema francese sta avendo molto successo anche all'estero grazie alle commedie. A cosa crede sia dovuto? Esiste una maniera francese di raccontare la leggerezza?
Sì forse c'è un french touch, un po' di ironia che era anche il marchio di fabbrica del cinema italiano, che spesso racconta delle storie tristi ma con un tocco leggero.

Dirigere altri attori sul set per un'attrice con la sua esperienza la fa essere più esigente e severa o si comprendono meglio le necessità dell'attore mentre affronta il suo ruolo?
La cosa strana è che come regista uno dice "ah non l'avrei mai recitato così..." e la cosa che amo è essere sorpresa. Quando un attore recita diretto da me c'è sempre qualcosa in più perché allarga il mio immaginario, mi dà un altro punto di vista. Mi piace essere sorpresa.

Callas e tanti altri ruoli da lei interpretati sono donne romantiche e passionali, un po' il modello della vittima dell'amour fou. Quanto questi personaggi le assomigliano nella realtà?
Ho sempre creduto che si può morire d'amore nella vita vera dunque ho preferito recitare delle parti in cui l'amore era molto importante. Non ho mai recitato una donna fredda di Wall Street, alla fine quello che mi viene bene recitare in un film è l'amore.

All'inizio delle riprese della Signora della porta accanto di Truffaut, Gerard Depardieu ha detto: "Quando Fanny mi ha guardato negli occhi per dirmi buongiorno, mi ha spaventato. Ora capisco cosa stiamo girando: un film d'amore che farà paura". Anche lei ha sentito quel sortilegio?
Si! Tutto in un attore è nello sguardo. Lo sguardo è bastato a farmi andare come una nave sul mare. Lo sguardo di Gerard e il modo di stringere la mano. Non avevo più paure, sapevo che sarei andata, mi sono detta tutto può accadere… non mi importava nulla… “ni avec toi, ni sans toi”.

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