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Robin Pront • Regista

"O ami il film o lo odi, ma non lascia indifferenti"

di 

- Incontro al Festival del Cinema Europeo di Les Arcs con il giovane cineasta belga Robin Pront, scoperto con la sua opera prima Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore

Robin Pront  • Regista

Apprezzato alla sua anteprima a Toronto, il film noir Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore [+leggi anche:
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è tra i dieci titoli in competizione al 7mo Festival del Cinema Europeo di Les Arcs. Nella stazione alpina abbiamo l'occasione di parlare con il giovane cineasta belga Robin Pront di questo primo lungometraggio che sarà distribuito in Francia da Diaphana.

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Cineuropa: Com'è nato il progetto Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore ?
Robin Pront: La sceneggiatura è ispirata a una pièce teatrale di Jeroen Perceval, che recita nel film. Abbiamo realizzato dei cortometraggi insieme, mi ha parlato della storia e ho iniziato a lavorare sulla sceneggiatura. Nella pièce ci sono solo tre uomini nella foresta, il che è molto diverso dal film.

Dopo la droga e l'hooliganismo dei suoi corti, Les Ardennes s'immerge nuovamente in un universo cupo? Cosa l'attira verso queste atmosfere violente?
In generale, amo i drammi criminali, le situazioni in cui i personaggi fanno delle scelte che noi non faremmo mai. E ovviamente, per essere verosimile, non potevo parlare di gangster italiani in Belgio, dunque ho utilizzato personaggi realistici. Il film percorre un sentiero oscuro, è esigente e intenso: o lo ami o lo odi, ma di certo non lascia indifferenti. 

Il tema della rivalità segreta tra due fratelli viene trattato molto spesso al cinema. Come voleva affrontarlo?
Quello che mi piaceva è che prima di tutto si tratta di una storia d'amore. L'altro tema che mi interessava era l'impossibilità di comunicare ed è ciò che rende il film originale per me. Anche la musica è molto importante, poiché è molto intensa durante tutto il film e i personaggi non riescono a parlarsi.

Come avete lavorato sul ritmo del film?
Abbiamo iniziato con delle inquadrature molto lunghe e nella seconda parte del film siamo passati alla telecamera a spalla. Dato che non avevo molto tempo, ho corso dei rischi con le inquadrature, non facendo delle riprese extra per coprirmi le spalle durante il montaggio. In generale si può dire che è un racconto a combustione lenta, che diventa molto intenso nell'ultima mezz'ora.

L'inizio del film è particolarmente significativo. Era previsto nella sceneggiatura o è emerso durante il montaggio?
In realtà avevamo girato una scena di "home jacking" che ho poi tagliato in fase di montaggio. Per sei o sette minuti la storia non iniziava realmente ed era troppo lento. Dunque la parte del tuffo in piscina, che non era del tutto previsto essere la scena di apertura del film, lo è diventata. In realtà, il personaggio si tuffava da una finestra. È molto meglio così e devo ringraziare il mio tecnico del montaggio per aver avuto questa idea e per avermi convinto, perché è sempre difficile per un regista dover rinunciare totalmente a una sequenza.

Come avete affrontato la questione del realismo?
Abbiamo lavorato minuziosamente per trovare le scenografie. Secondo me le scenografie sono tutto. Per quanto riguarda l'aspetto visivo del film, volevo che fosse molto ancorato alla realtà, ma anche stilizzato, piacevole da guardare un po' come i fratelli Dardenne, che hanno un grande senso estetico che però non si nota in superficie, ma che è ben presente, perché sanno come impostare la telecamera al meglio. Mi piace anche il cinema americano e cerco di fare un mix con quello europeo. D'altronde, Blue Ruin di Jeremy Saulnier ha influenzato molto Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore

Come spiega l'ondata di film fiamminghi?
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, ci si convince che qui tutto sia possibile. E non è finita, sta arrivando una nuova generazione e penso che i prossimi cinque o dieci anni saranno eccellenti per il Belgio.

È stato ingaggiato per lavorare negli Stati Uniti?
Avrei potuto firmare per un film, ma ho preferito prendermi del tempo e aspettare il progetto giusto. Voglio davvero girare laggiù, perché sono cresciuto con il cinema americano e sarebbe un sogno poter lavorare con gli idoli della mia gioventù come Robert De Niro, avere un budget maggiore e una distribuzione mondiale.

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(Tradotto dal francese)

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