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Seraina Rohrer • Direttrice delle Giornate di Soletta

"Mi vedo come qualcuno che presenta e dà visibilità al cinema svizzero"

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- Seraina Rohrer, direttrice delle Giornate di Soletta, svela a Cineuropa i segreti che fanno di Soletta un luogo d’incontro imperdibile per il cinema svizzero ed europeo

Seraina Rohrer  • Direttrice delle Giornate di Soletta

Seraina Rohrer, direttrice delle Giornate di Soletta dopo 2011, svela a Cineuropa i segreti che fanno di Soletta un luogo d’incontro imperdibile per il cinema svizzero ed europeo. Una 51ma edizione aperta all’Europa, con una voglia costante di scambio e condivisone.

Cineuropa: Può parlarci brevemente della programmazione? Quali sono le novità rispetto all’anno scorso?
Seraina Rohrer: Come ogni anno, le Giornate di Soletta mettono in primo piano il cinema svizzero. Dopo aver festeggiato il 50mo anniversario l’anno scorso, abbiamo discusso molto e abbiamo deciso che per i prossimi anni il nostro scopo dovrà essere quello di creare legami con l’Europa, soprattutto per quanto riguarda la situazione attuale, penso soprattutto alla soppressione degli aiuti da parte di Media. Vogliamo davvero reintegrarci nel cinema europeo. La nuova sezione, che si chiama Beyond Borders, è stata creata per sostenere questo fine. Abbiamo deciso d’invitare a Soletta i programmatori di vari festival importanti del mondo, per permettere loro di presentarne il programma. Per questa nuova edizione, vogliamo sottolineare il lavoro degli attori. Nel programma Focus abbiamo invitato diversi responsabili del casting europei, che lavorano spesso con attori svizzeri. L’altra cosa che vogliamo evidenziare è l’importanza del ricambio ed è la ragione per la quale abbiamo realizzato un nuovo progetto che si chiama Upcoming lab. Gli studenti di cinema che hanno terminato il corso, possono iscrivere un progetto che vorrebbero sviluppare. Anche stavolta, l’idea è di creare una rete di contatti, un elemento molto importante per il cinema svizzero. Per quanto riguarda la competizione delle Giornate di Soletta, anche quest’anno abbiamo documentari molto forti, che riflettono sulla nostra società, ma che sono interessanti anche a livello estetico. Penso soprattutto a Democracy [+leggi anche:
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intervista: David Bernet
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di David Bernet. Il cinema documentario svizzero resta un punto fermo, il corpo di questa competizione Premio di Soletta.

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Attualmente quali sono i rapporti tra il cinema svizzero e la cinematografia europea?
Se osserviamo le cifre dei mesi scorsi, noteremo subito che i film svizzeri che hanno ottenuto maggior successo sono delle coproduzioni (maggioritarie o minoritarie). Youth - La giovinezza [+leggi anche:
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intervista: Paolo Sorrentino
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di Sorrentino è un esempio perfetto di coproduzione minoritaria riuscita, in cui s’instaura una vera collaborazione tra i partner. Quello che è molto positivo è che quest’anno, a luglio, entreranno in vigore i nuovi sistemi d’incoraggiamento e la Svizzera verrà rafforzata da un nuovo tipo di sostegno. Aumenterà, dunque, il peso delle coproduzioni svizzere. La direzione presa è molto buona. Tuttavia, l’esclusione della Svizzera dal programma Media ci causa grossi problemi, soprattutto a livello di distribuzione. Si sente il timore dei distributori europei. Il problema persiste a livello dei festival che fanno parte del programma Media, in cui un film svizzero difficilmente sarà selezionato. Questo significa che la distribuzione a livello di festival, ma soprattutto a livello di sale (esercizio) probabilmente diminuirà. Per i film d’autore, penso soprattutto ai documentari, che sopravvivono grazie al loro successo, alla loro valorizzazione artistica, questo diventa estremamente complicato.

Come affronta questa nuova edizione, dopo cinque anni come direttrice del festival? Cos’è cambiato rispetto a quando ha iniziato?
Dopo cinque anni ho fatto esperienza. L’anno scorso abbiamo festeggiato i 50 anni delle Giornate di Soletta, adesso voglio guardare avanti e vedere cosa ci riserverà il futuro. Penso, inoltre, che sia anche un po’ cambiata la mia visione del festival. Mi sono resa conto che ciò che è davvero importante è l’incontro: dei professionisti, del pubblico. Lavoriamo anche in stretta collaborazione con Swiss Films, soprattutto per il programma della selezione Panorama a Locarno. Vedo il mio ruolo un po’ come quello di una traduttrice del cinema svizzero, qualcuno che presenta e dà visibilità al cinema svizzero.

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(Tradotto dal francese)

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