email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Stéphanie Hugé • Responsabile della coproduzione, Wallimage

“Tutti sono benvenuti dal momento in cui fanno girare la nostra economia”

di 

- In occasione di Frontières@Brussels, Cineuropa ha incontrato Stéphanie Hugé, responsabile della coproduzione presso Wallimage, che celebra il suo 15mo anniversario

Stéphanie Hugé • Responsabile della coproduzione, Wallimage

Wallimage, il fondo vallone che sostiene le produzioni audiovisive e le società che lavorano nel settore, festeggia il suo 15mo anniversario. Durante il Mercato internazionale della coproduzione Frontières, che si è tenuto a Bruxelles, abbiamo incontrato Stéphanie Hugé, responsabile della coproduzione presso Wallimage, per parlare dei metodi di sostegno ai film e fare il punto sullo stato della coproduzione. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Cineuropa: Che cosa cerca Wallimage in un progetto per decidere di finanziarlo?
Stéphanie Hugé: Cerchiamo innanzitutto buoni progetti. Che cos’è un buon progetto, mi dirà? Per Wallimage è semplice: cerchiamo i progetti che prevedono più spese possibili nel settore audiovisivo vallone. Lo scopo, alla creazione del fondo, era di strutturare la nostra industria audiovisiva, ma prima di strutturarla, abbiamo dovuto generare un mercato di base. La nostra missione permanente è quindi di attirare progetti che facciano vivere la nostra industria e i nostri talenti.

Ultimamente avete finanziato molti racconti di genere (film horror, thriller, commedie...). I film di genere sono più facili da produrre oggi?
Non credo che ci siano film più facili da produrre rispetto ad altri. Prima un film poteva essere costruito su un nome – quello di un attore “redditizio”, una di quelle personalità che passavano più facilmente nei TG delle 20. Oggi non è più così. Ci sono sempre le eccezioni, ovviamente, ma come fondo di finanziamento, è la struttura della spesa che ci importa: quanto il produttore conta di investire nella nostra regione, dove lo farà e quanto impiego questo andrà a creare. Leggiamo tutte le sceneggiature che riceviamo con un occhio economico: ci si chiede anche se quella storia lì con quell’attore stimolerà la gente a pagare per vederlo, che sia in sala o in televisione. Alcuni film “di genere” sono indubbiamente più complicati da finanziare presso i fondi culturali, ma non è il caso di Wallimage. Tutti sono benvenuti dal momento in cui fanno girare la nostra economia. 

Coprodurre è diventata una necessità nell’industria del cinema. Il fondo Wallimage come aiuta i progetti belgi e stranieri?
Bisogna sapere che il Belgio è una terra di coproduzione. Lo abbiamo nel sangue da sempre, perché siamo troppo piccoli per autoprodurci (con qualche eccezione). Quando il budget supera il milione di euro, siamo praticamente obbligati a ricorrere alla coproduzione. Non si può ignorare la realtà e le nostre abitudini in materia di coproduzione. In compenso, i nostri partner coproduttori cominciano a cambiare, o meglio cominciano a diversificarsi. Finora ci siamo spesso ritrovati “sposati” con il nostro grande vicino francese - questione di cultura, di lingua, e anche di abitudine. Ma dopo il rafforzamento del credito d’imposta, alcuni progetti non arrivano più da noi, cosa che obbliga i produttori belgi a rivolgersi (con successo) verso altri paesi coproduttori, come l’Inghilterra, i paesi nordici, il Canada... Di fatto, Wallimage ha intensificato le coproduzioni con il Canada (francofono e anglofono) grazie all’apertura del Tax Shelter alle coproduzioni canadesi e al loro ingresso in Eurimages. Siamo alla conquista del continente americano. 

I progetti come possono accedere ai vostri finanziamenti?
E’ molto semplice: il produttore straniero deve innanzitutto trovarsi un buon partner in Belgio (e ce ne sono tanti!) ed è quest’ultimo che si incarica di depositare un dossier per una delle nostre cinque sessioni annuali di attribuzione dei fondi. E’ importante sapere che Wallimage si basa su due cose. Ci sono innanzitutto le spese e il modo in cui vengono strutturate: per depositare un dossier, il produttore deve attestare che spenderà minimo 300 000 euro nel settore dell’audiovisivo vallone. Essendo noi un fondo selettivo, abbiamo il lusso di poter scegliere e raccomandiamo quindi al consiglio di Wallimage di investire in progetti che spendano il massimo nella nostra regione e che presentino una ratio domanda/spese di almeno il 400%. Il secondo criterio di selezione sono gli incassi previsti. Analizziamo il piano di finanziamento dei film nell’ottica di poter partecipare agli incassi... se ce ne sono. Analizziamo l’ammontare degli MG (minimi garantiti) e delle prevendite in rapporto al progetto che abbiamo letto. In effetti, un MG di 1 milione di euro può sembrare enorme per alcuni film, ma per altri è ragionevole. 

Wallimage festeggia il suo 15mo anniversario. Che cosa è cambiato in quindici anni, in materia di coproduzione e finanziamento?
A 15 anni, entriamo finalmente nell’adolescenza! Molte cose sono cambiate negli ultimi anni: l’arrivo del Tax Shelter ha permesso di esportare il nostro cinema più facilmente, di finanziarlo meglio, ma anche di accogliere tutta una serie di progetti che probabilmente non sarebbero arrivati a noi in altro modo. Tra Wallimage, il Tax Shelter, e in alcuni casi la Federazione Vallonia Bruxelles, il VAF o Screen Flanders, il Belgio è un partner di coproduzione di un certo peso nel panorama audiovisivo mondiale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy