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Nicolás Rincón Gille • Regista

"La Colombia ha molto da dire al cinema"

di 

- Cinergie.be ha incontrato il regista belga-colobiano Nicolás Rincón Gille, presente all’Atelier della Cinéfondation di Cannes con il suo progetto Tantas almas

Nicolás Rincón Gille  • Regista

Durante il Festival di Cannes, all’interno del Villaggio Internazionale Pantiero, l’Atelier della Cinéfondation mette in contatto troupe di film dal progetto già ben avviato con professionisti che potrebbero aiutarle nella realizzazione dei loro progetti. Tantas almas [+leggi anche:
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 di Nicolás Rincón Gille sarà il primo lungometraggio di fiction del regista belga-colombiano. Arrivato a Cannes con i suoi produttori, Caravan Pass (Francia) et Medio de Contention Producciones (Colombia), era alla ricerca di un distributore o di un acquirente pronto a unirsi al loro progetto.

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Cinergie: Com’è stato selezionato il tuo progetto all’Atelier?
Nicolás Rincón Gille:
 L’Atelier della Cinéfondation consiste in 15 progetti che George Goldenstern, [il direttore generale], sceglie a prescindere dalla loro fase di realizzazione. Alcuni registi non hanno ancora nemmeno una sceneggiatura definitiva. Nel nostro caso la sceneggiatura era pronta, quindi gliel’abbiamo inviata rispettando le date del bando e le note di regia. L’ha letta, gli è piaciuta e così ci ha scelti. Lo abbiamo saputo a febbraio che il nostro progetto sarebbe stato presente all’Atelier.

Perché Cannes ti interessava più di altri posti per sviluppare il tuo progetto? Ovviamente è il massimo per il cinema mondiale, ma ci sono altri motivi?
Ho sempre fatto documentari, Tantas almas è la mia prima opera di fiction. È un film che gioca su molti piani e su registri differenti. È un progetto fragile, anche perché si tratta di film d’autore. Essere qui, quindi, in una sezione che premia il cinema di creazione, offre un numero incredibile di possibilità. Qui ci sono professionisti di ogni tipo che si interessano a conoscere il film, provenienti da ogni parte del mondo. Non è mai facile trovare fondi per questo tipo di cinema. Tutto questo ci aiuta molto a poter realizzare il nostro lavoro, ci apre delle porte, soprattutto per quanto riguarda la possibilità che il nostro film sia visto in seguito.

Come avvengono gli incontri tra la troupe di un film e i professionisti all’Atelier?
Nel caso de Tantas almas , essendo un progetto che si svolge in Colombia, sono venuti a conoscerci dei coproduttori latinoamericani. Individuano esattamente ciò di cui abbiamo bisogno, perché ogni progetto ha delle necessità specifiche. Quello che interessa soprattutto a noi è la vendita/distribuzione, oltre a dei potenziali partner di coproduzione.  Ma siccome siamo già tre paesi (Belgio, Francia e Colombia), e ogni paese ha già le sue esigenze riguardo ai fondi, più aggiungiamo paesi al progetto, più siamo costretti a dividere la troupe tecnica e a ricorrere ad attori dei paesi coproduttori. L’idea del mio film è invece molto intimista. Voglio che si sviluppi in Colombia e che sia interpretato da colombiani (professionisti e non). Voglio anche che gran parte della troupe tecnica sia quella con cui lavoro di solito. Siamo tutti belgi e c’è un certo spirito nei miei film. Avere altri coproduttori sarebbe molto complicato perché questo snaturerebbe un po’ il progetto.

La Colombia è un paese che interessa i distributori? È stato molto presente a Cannes l’anno scorso in film come L’Etreinte du serpent di Ciro Guerra alla Quinzaine des Réalisateurs. C’è stato anche il film La Tierra y la sombra [+leggi anche:
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di César Augusto Acevedo che ha ottenuto la Caméra d’Or.
La Colombia è un paese che comincia a essere sempre più conosciuto per la tematica che affronto e, poiché è un paese in piena trasformazione, ha molte cose da dire al cinema. Ma è anche l’approccio del nostro progetto che interessa le persone che incontriamo: il mio sguardo non è incentrato sulla violenza, ma non è neppure un film d’intrigo dai continui colpi di scena; è piuttosto un percorso ispirato al documentario. Non bisogna mai forzare un film cercando di incontrare il gusto di tutti; è necessario che mantenga le sue specificità, anche se così ci sarà chi ne viene attratto e chi no.

Leggi l’intervista completa su Cinergie.be.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dal francese)

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