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Milagros Mumenthaler • Regista

“Ciò che mi interessava è l'intimità del personaggio”

di 

- LOCARNO 2016: Cineuropa ha intervistato la regista svizzero-argentina Milagros Mumenthaler, autrice del film in concorso La idea de un lago, opera intima fra biografia e astrazione

Milagros Mumenthaler  • Regista
(© Festival del film Locarno / Pablo Gianinazzi)

La regista svizzero-argentina Milagros Mumenthaler, già vincitrice nel 2011 del Pardo d'oro con Abrir puertas y ventanas [+leggi anche:
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intervista: Milagros Mumenthaler
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, ritorna al Festival del Film Locarno per presentare in Concorso internazionale il suo ultimo, intimo lungometraggio La idea de un lago [+leggi anche:
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intervista: Milagros Mumenthaler
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. Cineuropa l'ha incontrata per parlare della sua speciale relazione con i personaggi che dipinge, fra biografia e astrazione.

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Cineuropa: La sensazione legata alla scomparsa di una persona cara che si percepisce nel film è intimamente legata all'Argentina e alla sua storia o dovrebbe essere considerata come qualcosa di più universale?
Milagros Mumenthaler: In realtà l'idea del film nasce da un libro di fotografie e poesie di Guadalupe Gaona che mi ha toccato e mi ha fatto sentire molto vicina alla sua storia. In un secondo tempo arrivarono le sequenze, le immagini più oniriche che si ritrovano nel film. Poi chiaramente ho lavorato molto prima con l'autrice, visto che il libro è in gran parte autobiografico e in seguito sulle interviste che feci a persone che vissero delle situazioni simili, per costruire così in modo più approfondito lo script. Per me il film parla di un “desaparecido” politico, senza però voler ripercorrere i fatti politici che si conoscono già. Non mi sembrava interessante avventurarmi su questo terreno. Ciò che mi interessava è l'intimità del personaggio, come si confronta con la situazione, in questo senso sì, credo che il film si apra a qualcosa di universale, un livello proprio ai sentimenti. Il film parla della memoria su differenti livelli, e come la memoria si trasforma a partire dal presente. Il nocciolo del film è proprio questo. La memoria intima di ognuno ma anche la memoria come diritto civico e politico.

Se consideriamo anche i tuoi film precedenti (Menuet e Abrir puertas y ventanas) ci rendiamo conto della tua grande capacità a dipingere ritratti di donne. Questo ha a che fare con la tua vicinanza (spesso biografica) con i personaggi?
I personaggi del mio primo film non erano autobiografici ma è innegabile che metto molto di me stessa nei miei personaggi. Lavoro in modo intuitivo, i personaggi nascono in modo molto genuino. Per me è più naturale raccontare storie di donne, questo non significa però che non deciderò un giorno di concentrarmi su un personaggio maschile. Allo stesso tempo ci sono anche molti registi uomini che raccontano storie di personaggi maschili. È una questione senza fine. Forse faccio semplicemente quello che mi sento più naturalmente di fare. Certamente i miei sono film che parlano di donne, di mondi interiori, però non di femminismo.

Potresti parlarci brevemente del paesaggio di La idea de un lago, che sembra diventare un personaggio a se stante? Come hai lavorato sulla fotografia?
Il luogo, l'isola, dove Inès passa le sue vacanze da bambina, è importante perché è lì che è stata scattata l'unica foto che possiede con suo padre. È un luogo carico di significato per Victoria e Inès. Allo stesso modo mi interessava lavorare sulla natura e sul suo aspetto “eterno”. Come la memoria, costantemente in movimento dal passato al presente, al futuro, la natura ha qualcosa di eterno. Allo stesso tempo la natura diventa spazio riflessivo per i personaggi. Credo che per Inès fu un luogo molto importante dove crescere come persona, dove poter sviluppare un legame forte con suo padre, in modo più ludico, immaginario, anche se legato a qualcosa di ben reale che è il desiderio e la necessità di rincontrarlo.
Riguardo alla fotografia abbiamo optato per un'impostazione abbastanza realista, non volevo evidenziare le differenze fra le varie epoche. Detto ciò, volevo comunque rendere intelligibile il fatto che ci fosse un passato e un presente (tramite, per esempio, il filmati più “caserecci” in VHS). Questi filmati più intimi, meno elaborati, alimentano molto i ricordi.

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