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Lorenzo Cioffi • Produttore

“I Berlinale Talents un’opportunità per coprodurre i documentari”

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- A colloquio con il giovane produttore napoletano Lorenzo Cioffi, che partecipa alla piattaforma per talenti emergenti della Berlinale

Lorenzo Cioffi • Produttore

Durante il Festival di Berlino, dall’11 al 16 febbraio, si terrà la 14ma edizione dei Berlinale Talents, la piattaforma per talenti emergenti che provengono dal cinema o fiction tv. Fra i 250 professionisti, da 71 paesi, ci sono alcuni italiani: il regista Michele Vannucci (Il più grande sogno [+leggi anche:
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), i sound designer Piernicola Di Muro (Cloro [+leggi anche:
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) e Davide Favargiotti, lo sceneggiatore Carlo Salsa (Arianna [+leggi anche:
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), la regista e montatrice Cristina Picchi, il produttore di origine iraniana basato a Londra Ali Mansuri, il regista Luigi Campi, che lavora tra Gran Bretagna e Grecia, la documentarista Victoria Fiore, anche lei attiva a Londra, e il regista e produttore Lorenzo Cioffi. Per discutere della sua partecipazione ai laboratori berlinesi, Cineuropa ha incontra Cioffi: la sua produzione più recente con Ladoc.it è La natura delle cose [+leggi anche:
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, Premio Corso Salani al Trieste Film Festival 2017.

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Cineuropa: Con che spirito prenderà parte ai Berlinale Talents?
Lorenzo Cioffi: Avevo sentito parlare molto bene dei Berlinale Talents da colleghi italiani ed europei e ho compilato l’application l’estate scorsa. Porto con me dei progetti ma la mia presenza servirà soprattutto ad accrescere i rapporti con altri producer europei per rafforzare le opportunità di coproduzioni internazionali, E’ l’unico modo per ottenere finanziamenti per i documentari creativi, che altrimenti sarebbe impossibile realizzare. E poi avrò la possibilità di seguire master classes e panel con gente molto qualificata.

Quali sono i nuovi progetti di Ladoc.it?
Abbiamo due documentari in sviluppo e stiamo lavorando già con Ernesto Pagano, regista di un documentario prodotto precedentemente, Napolislam (vincitore del Biografilm Italia Award 2015). Stiamo iniziando in questi giorni la postproduzione del suo nuovo film.

La natura delle cose, il documentario sul “fine vita” di un uomo affetto da SLA, è stato accolto molto bene. Avrà una distribuzione?
Ha avuto la sua premiere internazionale a Locarno, a cui sono seguite numerose partecipazioni ad altri festival in tutto il mondo. Uscirà in sala in Italia a fine marzo con un tour di MovieDay.it, dopo una proiezione ufficiale in Senato. Con la regista del film Laura Viezzoli abbiamo una lunga esperienza in comune: un percorso di formazione assieme e tanti lavori condivisi. Quando abbiamo cominciato a lavorare a questo film, tre anni fa, ci è venuto naturale che lei facesse la regia e io la produzione. Laura è stata una spalla costante durante le vicissitudini che solitamente attraversa la produzione di un documentario. Essere approdati infine a Locarno è stata una grande soddisfazione.

La distribuzione dei documentari è possibile ormai solo attraverso l’organizzazione di eventi, cioè una proiezione e l’incontro con gli autori…
E’ inevitabile. Tranne rare eccezioni, trovo difficile per un documentario l’uscita in 20 o 30 sala in contemporanea, per una o più settimane, come accade per un film di finzione. Ho invece l’impressione che si stia affermando l’idea di intendere le proiezioni come tour, spostandosi da città in città. E’ una modalità interessante perché permette a chi ha fatto il film di incontrare il pubblico, una cosa molto bella e gratificante, e permette al film di esistere, di creare un dibattito pubblico e interagire con la comunità. Certamente andare in tour ha dei costi significativi, il ritorno economico è minimo, è piuttosto di gratificazione professionale e di immagine.

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