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BERLINALE 2018 Generation

Christian Lo • Regista

"Il mio stile è vicino al realismo, un realismo temperato dalla tenerezza e sfumato d'umorismo"

di 

- BERLINO 2018: Incontro con il regista norvegese Christian Lo il cui terzo lungometraggio Los Bando è presente nella sezione Generation

Christian Lo • Regista

Los Bando Immortale è il nome di un gruppo di giovani, un gruppo rock un po’ insolito. Immaginate: Axel, il cantante-chitarrista, innamorato perso che si crogiola nelle sue illusioni; Grim, il batterista, pazzo d’ammirazione per una ex-star del rock; e Thilda, la violoncellista, ingaggiata per mancanza di un bassista, una brava ragazza molto determinata la cui giovanissima età sarà fonte di colpi di scena. Sono i protagonisti di Los Bando [+leggi anche:
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intervista: Christian Lo
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– distribuito in Norvegia da KontxtFilm e che partecipa alla Berlinale 2018 nella sezione Generation –, terzo lungometraggio del regista norvegese Christian Lo, già presente a Berlino nel 2010, nella stessa categoria, con Rafiki, film premiato in più occasioni.

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Cineuropa: I suoi protagonisti si mettono in strada e puntano dritto a nord, a tutta velocità.
Christian Lo:
Sì, perché il tempo stringe. Al volante: Martin, un adolescente in aperto conflitto con suo padre. Destinazione: Tromsø dove si svolge un concorso rock che hanno tutta l’intenzione di vincere. C’è in Los Bando una strizzata d’occhio a Littke Miss Sunshine di Jonathan Dayton & Valerie Faris, altro film in cui un concorso è al centro della trama.

Esiste davvero il concorso del film?
No, è fittizio, ma competizioni e festival di rock non mancano in Norvegia, come il Buktafestivalen di Tromsø, o il Norway Rock Festival a Kvinesdal nel sud del paese.

Lei è un musicista, credo.
Esatto, suono il basso, e ci sono nel film, inevitabilmente, alcuni elementi autobiografici, reminiscenze di esperienze vissute, canzoni che, oltre alla musica composta per il film da Eirik Myhr, hanno accompagnato il mio percorso o quello dei personaggi, per esempio... quelle di Motorpsycho, Ramaskrik o The Hellacopters.

Ha affidato i ruoli adulti, ruoli secondari, ad attori noti in Norvegia. C’è un personaggio principale?
Non uno, ma quattro. Ognuno di questi giovani musicisti è guidato da sogni e ambizioni, anche in tempo di crisi e di fronte a problemi seri. Non c'è un narratore. Siamo testimoni di varie tensioni, di rapporti conflittuali, ad esempio tra il padre e la madre di Grim, tra Martin e suo fratello maggiore così irascibile, e anche all'interno di Los Bando.

Non mancano le infrazioni alla legge nel suo road movie, un vero e proprio inseguimento in cui anche la polizia fa la sua parte.
Ma questi giovani, con personalità molto diverse, sono pieni di risorse e alla fine di questo viaggio pieno di eventi, iniziatico in molti modi, si instaurerà la fiducia, i legami che li uniscono saranno rafforzati, ed è insieme che riusciranno ad affrontare le avversità. Penso si possa parlare di una crescita, di un arricchimento allo stesso tempo personale e reciproco.

Si può parlare di uno stile Christian Lo?
Il mio stile è vicino al realismo, un realismo temperato dalla tenerezza e sfumato d’umorismo, un umorismo dolce. Parlo spesso di argomenti seri nei miei film, a volte controversi. Mi occupo di temi di attualità, come le molestie, il bullismo e le persecuzioni che subiscono alcuni studenti, in The Tough Guys [+leggi anche:
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(2013) in particolare, o dell'immigrazione e le sue conseguenze dolorose in Rafiki (2009). È lo sguardo che questi giovani hanno sul mondo in generale, e quello degli adulti in particolare, che offro allo spettatore nei miei film. Questi temi, evidenziati da personaggi in cui non è difficile identificarsi, affascinano davvero il pubblico giovane proprio come le emozioni della pubertà che evocava Punctured.

Come si svolge di solito il lavoro sul set?
In un'atmosfera rilassata. Dal momento che voglio che i miei giovani attori dilettanti siano più naturali possibile, non mostro mai loro la sceneggiatura. Mi accontento di raccontar loro la storia, di lasciare che traggano ispirazione da situazioni analoghe, piuttosto che farli recitare un testo prestabilito. Le scene pronte all'uso ripetute troppe volte possono solo danneggiare la spontaneità, la freschezza della recitazione, l'autenticità delle situazioni, soprattutto perché i miei giovani attori devono giocare su tutta una gamma di emozioni e sentimenti, alcuni espliciti, altri più sottili. Un metodo di lavoro esigente, forse, ma che si è dimostrato valido. Spero nell'immediato futuro che Los Bando saprà toccare, ma anche far ridere e sorridere giovani e... meno giovani.

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(Tradotto dal francese)

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