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NIFFF 2018

Anaïs Emery • Direttrice artistica, NIFFF

“Grazie al cambiamento generazionale, il fantastico diventa un genere più attrattivo”

di 

- Intervista con Anaïs Emery, la carismatica direttrice artistica del Neuchâtel International Fantastic Film Festival (NIFFF) che si svolgerà dal 6 al 14 luglio

Anaïs Emery  • Direttrice artistica, NIFFF
(© Nicolas Brodard)

Cineuropa ha avuto l’occasione di chiacchierare con Anaïs Emery, direttrice artistica (dal 2005) e cofondatrice del Neuchâtel International Fantastic Film Festival (NIFFF). Con la passione che la caratterizza ci ha svelato quali saranno i momenti forti della prossima edizione del festival ormai alle porte, ma anche del suo punto di vista sul futuro di un genere sempre in evoluzione.

Cineuropa: Potrebbe parlarci della nuova edizione del NIFFF, dei suoi momenti forti?
Anaïs Emery
: Innanzitutto, questa diciottesima edizione è forte dal punto di vista degli ospiti, delle personalità che verranno a Neuchâtel. David Cronenberg farà parte della giuria e già questo è di per sé un evento importante. E impressionante non solo come regista ma anche come figura chiave della storia del cinema. A Neuchâtel giudicherà 16 film (competizione internazionale) che fanno parte del fior fiore del panorama del cinema fantastico internazionale. Altra figura importante che rappresenta la forza creativa del cinema contemporaneo è Timur Bekmambetov che presenterà quest’anno al NIFFF Profile [+leggi anche:
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, vincitore del premio del pubblico a Berlino (sezione Panorama). Timur ha sviluppato il concetto di “screen movie”, film che sono raccontati e esclusivamente attraverso degli schermi (del computer). Non bisogna poi dimenticare la retrospettiva What We Do In New Zeland che accoglierà film di registi all’avanguardia, interessati alla creazione di universi digitali ma anche di media immersivi. Questa nuova edizione propone un panorama del meglio del cinema non solo di genere ma anche del cinema contemporaneo nella sua globalità.

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Un altro punto forte è il nostro open air nel centro storico della città. E un’attrazione turistica ma anche un elemento che contribuisce all’atmosfera conviviale e di scoperta del festival. A Neuchâtel il pubblico è spesso molto giovane ed è interessante per noi proporgli dei film che fanno parte della storia del cinema.  Oltre a ciò è per noi importante far cadere tutti gli stereotipi legati al cinema fantastico. I film fantastici non sono un “genere a parte” ma fanno parte a tutti gli effetti della cinematografia mondiale. 

Da dove nasce la sua passione per il genere fantastico? Come è accolta in quanto direttrice donna di un festival di film fantastici, genere troppo spesso etichettato come piuttosto “maschile”?
Io amo il cinema in generale, a prescindere dal genere. Non penso che il genere fantastico sia superiore o più interessante di un altro. Considero il cinema come un tutto. E la ragione per cui ho cercato di creare un percorso coerente che unisca i vari film della programmazione. Ho voluto evidenziare le interazioni del genere fantastico con altri generi. Ci sono ovviamente dei codici propri ad ogni genere ma oggi come oggi se si osserva la produzione cinematografica in generale si nota che questi si confondono e le barriere cadono. E un po’ su questa ipotesi, questa scommessa che abbiamo creato il festival. La storia ci ha dato ragione. Bisogna ammettere che negli ultimi diciotto anni le cose sono totalmente cambiate. Oggi il concetto di “genere” è abbracciato anche da grandi autori o da documentaristi. Il genere fantastico si è totalmente rigenerato dal punto di vista della forma e dei codici e questo dimostra la sua grande capacità d’evoluzione e d’adattamento. Personalmente adoro il fantastico per la sua capacità di immaginazione, il suo lato “sovversivo”.

Sul fatto di essere una direttrice donna, devo dire che ovviamente non è facile. Già essere una donna con una carriera non è evidente. Quando ho cominciato ero una pioniera nel mondo del cinema fantastico ma anche in quanto direttrice donna di un festival. Sono riuscita a sopravvivere con grande passione e grinta. Penso che le donne debbano avere più potere decisionale, anche nelle scuole di cinema e d’arte più in generale dovrebbero essere maggiormente rappresentate.

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di Lisa Brühlmann al Premio del cinema svizzero? Cosa ne pensa del cinema di genere in Svizzera, soprattutto rispetto ai giovani registi?
Quando Blue My Mind ha vinto il Quartz del miglio film svizzero ero molto contenta perché è il primo film fantastico, per di più di una donna, a vincerlo. In questo momento la produzione di film fantastici in Svizzera si concentra maggiormente sulla fiction classica, i film drammatici e il documentario. Grazie al cambiamento generazionale, il fantastico diventa un genere più attrattivo. I giovani registi non sono spaventati dagli stereotipi sul fantastico. Oggi come oggi un regista può girare un film fantastico e poi ritornare ad un altro genere senza essere etichettato come un regista “horror”. Fondamentale è stata anche la rivoluzione digitale che permette di girare più facilmente film con ambizioni estetiche abbastanza alte malgrado il budget spesso limitato. Tra le produzioni elvetiche appaiono sempre più film legati al genere fantastico anche se non sono dominanti. Un fattore che blocca è che in Svizzera girare un film necessita molto tempo. Per fare emergere un’industria nuova dobbiamo lavorare sulle competenze dei produttori (finanziamento di film con effetti speciali importanti...), scrivere sceneggiature efficaci, personaggi complessi… La mia speranza è che il sistema si velocizzi e che si possano  lavorare e sviluppare queste competenze. Ci sono già in parte ma bisogna metterle in atto e svilupparle. Personalmente penso che l’eccellenza sia il frutto del lavoro, dell’esercitazione della sperimentazione. Nella sezione Amazing Switzerland abbiamo selezionato dei film svizzeri di grande qualità, con un immaginario originale. Tutto ciò è motivante. I registi sono riusciti a rompere gli stereotipi e a proporre qualcosa di nuovo e accattivante.

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