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VENEZIA 2023 Settimana Internazionale della Critica

Luna Carmoon • Regista di Hoard

"La porta è sempre socchiusa quando si tratta di ricordi e dolore”

di 

- VENEZIA 2023: La regista esordiente dimostra che non si può sfuggire al passato, quindi tanto vale imparare ad accettarlo

Luna Carmoon • Regista di Hoard

Maria (Lily-Beau Leach e Saura Lightfoot Leon) ama la compagnia della madre (Hayley Squires), ma la casa che si sono create, con oggetti casuali accatastati fino al soffitto, terrorizza le altre persone. Cresce, pensando raramente al passato, fino a quando questo la raggiungerà, minacciando di prendere il sopravvento sulla sua vita. Abbiamo parlato con Luna Carmoon del suo primo lungometraggio, Hoard [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Luna Carmoon
scheda film
]
, presentato alla Settimana internazionale della Critica di Venezia.

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Cineuropa: Parli di trauma, ma mostri anche che accettare certe cose, e capire che rimangono con te per sempre, non deve essere per forza una tragedia. Si può sopravvivere.
Luna Carmoon: È questo il punto del lutto, da bambini lo si vive in modo diverso rispetto a quando si è adulti. Io ho perso mia nonna quando ero piccola, e fuggire nella fantasia mi ha aiutato a sopravvivere a quel periodo. Ma quando si diventa più grandi, la reale consapevolezza di ciò che stava accadendo può colpirti come un autobus a due piani.

Nel 2020, quando è iniziata la pandemia da Covid-19, ho cominciato a scrivere questa storia. Eravamo tutti immersi in uno strano limbo, incerti sul futuro. All'improvviso, ho iniziato a rivivere quelle sensazioni; ho ritrovato la memoria delle emozioni provate quando ero accanto a mia nonna. Credo che il tempo non sia lineare e che tutti gli eventi passati e futuri siano solo piegati l’uno sull'altro. La porta dei ricordi e del dolore rimane sempre socchiusa. Ci sorprendono e giocano a nascondino con noi. È di questo che si tratta in Hoard: il fatto che il dolore non svanisca mai completamente.

Ogni volta che Maria pensa al passato, è molto sensuale. Non si tratta dei soliti flashback.
Non avevo alcuna intenzione di utilizzare flashback convenzionali o scene dalla prima parte del film. Mi affascinava il concetto di déjà-vu, ma come potevamo renderlo visibile sullo schermo? A volte, emergono frammenti sonori fugaci del passato. Non credo che un orecchio comune possa distinguerli, ma spero che si possa percepire la sensazione. Per esempio, chiedevo a Joe (Joseph Quinn, che interpreta Michael) di ascoltare il modo in cui Hayley pronunciava una battuta e gli chiedevo di imitarne il tono.

I personaggi non parlano veramente del loro passato, il che significa anche che non chiariscono le cose per il pubblico. Avevi paura di questo?
Non mi piace dare per scontato che il pubblico sia pigro. Queste persone provengono da un mondo che conosco molto bene e non hanno gli strumenti per articolare ciò che accade dentro di loro. Non hanno queste discussioni interiori. Michael è stato dato in affidamento, ha lasciato la scuola presto e si è messo subito a lavorare. Maria è in quella strana fase di sospensione. Sono in modalità di sopravvivenza. Mi interessa l'animale che c'è dentro di noi e che a volte può essere più comunicativo delle parole. Il modo in cui si guardano e grugniscono? È una conversazione. È infantile, ma si capisce già che sono piuttosto fragili, che cercano di ricreare il tipo di infanzia che non hanno mai avuto.

E le prime scene con Hayley? Come hai detto, hai deciso di non utilizzare flashback, ma dovevi fare in modo che potessimo ricordarle comunque.
Prima di diventare una sceneggiatura, Hoard era una storia di 20 pagine. Volevo immortalare queste due "gazze" che creano la loro routine e il loro nido con questi oggetti. Ma cosa succede quando il mondo esterno inizia a scardinarlo? Non voglio parlare a nome di tutti, ma credo di non aver mai visto una mamma della classe operaia con una tale vivacità. È un misto tra mia madre e mia nonna, che da bambina mi sembrava così bella, favolosa ed eccitante. È questo che volevo catturare, anche se la realtà dell'accumulo come problema relativo alla salute mentale è che dall'esterno sembra un disastro. Mia nonna era così e quando è morta ho scoperto tutti questi ritagli di giornale contenenti illusioni ottiche. Raccoglieva le cose per strada e me le dava, e ogni volta mi sembrava fosse Natale. Sono ricordi davvero viscerali, e anche quando c'è vergogna e imbarazzo, c'è anche una sensazione di amore assoluto.

Hai aggiunto una voce fuori campo molto poetica che invita le persone a entrare. Perché questa scelta?
Adoro il film Sundays and Cybèle. È raccontato con una sensazione di magia infantile e volevo che il mio mondo fosse simile. Inoltre, non ricordo l'ultima volta che ho sentito una voce fuori campo che mi somigliasse. Maria non può verbalizzare i suoi sentimenti, quindi in questo modo possiamo credere che ci sia un monologo interno che si svolge dentro di lei. Tuttavia, ci permette di ascoltarne solo una piccola parte: il resto è per lei e per sua madre.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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