Davide Ferrario • Regista
"Un'eccezione"
di Cristiana Paternò - Cinecittà News
- La malizia tecnologica del cinema che verrà e lo sguardo incantato delle prime immagini in movimento... Dopo mezzanotte : Buster Keaton e l'alta definizione
Buster Keaton e l'alta definizione, la malizia tecnologica del cinema che verrà e lo sguardo incantato delle prime immagini in movimento, quando ancora ci si appagava di luoghi senza storie. O di storie nate dai luoghi, come Torino per Dopo mezzanotte. Una Torino sorprendente e notturna, che va dalla Falchera alla Mole. Dentro il Museo del cinema, dentro il cinema.
Perché Torino, al di là della partecipazione produttiva del Museo e della Film Commission?
Perché abito lì e sono già al terzo
film girato in quella città con Tutti giù per terra
e la commedia con Luciana Littizzetto, Se devo essere sincera.
Torino è un set straordinario
nella sua molteplicità, che va dalle periferie industriali
alla Mole, pensata come sinagoga dall'Antonelli, che era una
specie di Renzo Piano dell'epoca, ma mai utilizzata... un sogno
che oggi, col Museo del Cinema, si è riempito di
sogni.
Un film omaggio al cinema muto con tanti fotogrammi
d'epoca e una dichiarazione d'amore per Jules e Jim.
Odio la citazione cinefila che per me, ex critico,
è come dare di gomito agli addetti. Ma il triangolo di
Jules e Jim è un archetipo profondo: forse
bisognerebbe chiederlo al mio analista...
Di solito si parla del digitale come di una cosa epocale.
Invece è uno strumento che ti consente di fare certe cose,
come lavorare con pochissima luce o ridurre i tempi morti.
Quando poi lo riversi in pellicola, nessuno se ne accorge
più. Per me è il contrario delle immagini volutamente
sporche del Dogma...
Perchè hai definito Dopo mezzanotte un film non
governativo nei titoli di coda?
Adesso non vorrei diventare il simbolo del cinema prodotto
senza sovvenzioni e non credo che Dopo mezzanotte possa essere
un modello: anzi, è un'eccezione. Qualsiasi commissione
ministeriale me l'avrebbe rifiutato. Però credo che
davvero in Italia si facciano troppi film e senza pensare al
pubblico. Ciprì e Maresco, anche se non incassano, sono
arte e gli produrrei un film l'anno; ma quante pellicole
inutili ci sono in giro? Finanzierei solo le opere d'arte: alla
lirica lo Stato mica chiede indietro i soldi.
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