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Federico Greco • Regista

La paura mangia l'anima

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- Il nome di Federico Greco è legato soprattutto ad un titolo, Stanley and Us, documentario su Stanley Kubrick. Ma Federico è anche e soprattutto un giornalista che "scrive" con la camera

Il nome di Federico Greco è legato soprattutto ad un titolo, Stanley and Us, documentario su Stanley Kubrick realizzato nel 1999 assieme a Mauro Di Flaviano. Ma Federico è anche e soprattutto un giornalista che "scrive" con la camera: lo dimostra lo stesso documentario sul grande maestro americano ma anche i suoi cortometraggi, i format televisivi e il suo recente Fuori fuoco - Cinema, ribelli e rivoluzionari (con Mazzino Montinari), documentario/riflessione sul passato del terrorismo politico italiano, attraverso i suoi protagonisti e attraverso il cinema. Con il Il mistero di Lovecraft (Road to L.) si è voluto misurare per la prima volta con quella che viene definita docu-fiction: "Il mistero di Lovecraft (Road to L.) nasce dal mio documentario su un manoscritto ritrovato nel 1926. Il documentario è andato al festival di Venezia e poi è stato trasmesso in tv da Studio Universal. Abbiamo pensato che valesse la pena promuoverlo a dignità cinematografica".

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La stampa lo ha già definito il Blair Witch Project italiano. Immagino che questa etichetta non ti piacerà.
Le differenze in realtà sono molte. The Blair Witch Project nasce come un piccolo progetto che è stato trasformato in un caso da una major. The Blair Witch Project era un falso documentario, il nostro lavoro nasce da una ricerca specialistica e appassionata su H.P. Lovecraft, il padre di tutto l'horror moderno, antesignano di Stephen King e di tutti i film del terrore. Volevamo ricreare l'atmosfera dei suoi racconti. Insomma lo considero un film alla Lovecraft più che un film su Lovecraft.

Infatti non ci sono i 'mostri', come in un film di genere. Una certa mostruosità è solo 'evocata'.
I mostri di Lovecraft sono metaforici. Infatti le sue descrizioni sono talmente complesse da risultare irriproducibili. Qualcuno ha tentato di disegnare questi mostri e non c'è riuscito. Quella di Lovecraft era una letteratura alta. Abbiamo cercato di adeguarci a quel livello.

Certamente c'è un livello di lettura che trascende le atmosfere dei film horror che siamo abituati a vedere.
C'è qualcosa 'oltre' l'uomo, ma è meglio non scoprirlo. E' un meccanismo classico di Lovecraft. I suoi racconti iniziano tutti con un'eredità, un manoscritto o una statuetta che costringono il protagonista a indagare su qualcosa che sarebbe meglio non scoprisse, perché al di là del velo di Maya della realtà c'è qualcosa che mette a repentaglio la nostra sanità mentale.

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