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Sagamore Stévenin • Attore

Cages, alla Festa di Roma

di 

Vestito di nero, mascherato da lupo, gli occhi truccati, l'attore francese Sagamore Stevénin ripete la scena sul set di Cages [+leggi anche:
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scheda film
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, il primo lungometraggio del belga Olivier Masset-Depasse (leggi l'articolo e l'intervista). In questa storia di amore passionale, la sua amante (Anne Coesens) lo sequestra per provargli il suo amore. L'attore, di solito confinato in ruoli di bravo ragazzo seducente e seduttore, trova qui lo spazio per esprimere il lato più oscuro della sua personalità.

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Cineuropa: Come ha incontrato Olivier Masset-Depasse ?
Sagamore Stevenin : Ebbene, nel modo più semplice possibile. Ha inviato il copione al mio agente che me l'ha girato insieme ai dvd dei suoi cortometraggi, cosa che ho trovato molto professionale. In quel momento lavoravo molto, ma ho trovato il tempo di vedere i corti e ho subito capito che si trattava di un vero regista, che aveva un vero universo, uno sguardo. Sono andato ai miei appuntamenti fino alla sera tardi. E tutta la giornata avevo in testa le immagini che avevo visto il mattino. Tornando alle due di notte a casa, mi sono detto che avrei letto una decina di pagine del copione. Ho finito di leggerlo alle cinque del mattino. Ho subito inviato un e-mail a Olivier per incontrarlo. Quando ci siamo visti, sembrava di conoscerci da cinque anni. Una sensazione molto perturbante. Gli ho detto che non dovevamo andare così veloce perché se avessi fatto dei cattivi provini ci sarei rimasto male…Ecco come ci siamo incontrati.

Cosa le è piaciuto della sceneggiatura? Il personaggio che vive un momento difficile della storia d'amore? Il sequestro?
All'inizio, quando leggo una sceneggiatura, si spengono le luci, si illumina lo schermo e vedo scorrere il film. Non mi soffermo sul personaggio. La prima domanda che mi faccio è se il film mi piace oppure no come spettatore. Dopo di che rileggo il copione concentrandomi sul personaggio. Ma che si tratti di una persona gentile, di un farabutto o di un dittatore , quel che conta per me è l'umanità che viene descritta. E sono rimasto estremamente colpito dall'umanità del film. Lo immaginavo pensando a quel che avevo visto nei corti, un cinema sensoriale. E questo mi ha illuminato! Non mi considero per niente un attore e quindi ho bisogno di lavorare con persone che mi portino più lontano. E poi il nostro incontro è stato talmente forte…Trovavo una specie di alter ego, qualcuno che potesse dire quel che sento, anche rispetto a delle cose che non toccano per forza il mio personaggio. Olivier ha già un alter ego femminile, sua moglie, Anne (Coesens) e ora lo trova in un altro uomo. Questo porta a una interessante tripla alleanza.

E come ha lavorato sul suo personaggio insieme a Olivier ?
Prima di tutto abbiamo lavorato a tutte le differenze tra me e il mio personaggio. Sentivo che Oliver aveva bisogno in quanto regista di cercare qualcos'altro, un'altra fragilità qualcosa di più trattenuto rispetto al mio carattere esuberante. E' buffo poi il fatto che alla fine tutto ciò che abbiamo cercato di cancellare era quel che aveva interessato Olivier quando mi aveva incontrato ed era convinto di aver trovato la persona ideale per il suo personaggio. Era questo che mi interessava di lui, quel che aveva percepito di me all'inizio che non avevo mai espresso nei film. Con Olivier vogliamo rompere con il mio aspetto da bravo ragazzo. Non ero riuscito a farlo in Michel Vaillant bloccato com'ero da quell'immagine di eroe romantico. Questa immagine era dura per me perché rappresentava tutto ciò che non sono io. Sono come un marinaio e i marinai usano una bella espressione, dicono "navigare nell’oscurità", a cui mi sento vicino. Con Olivier sapevo di poter lavorare su questo aspetto.

Questa maschera non è un problema?
No… per tre settimane sono rimasto inchiodato a una sedia a rotelle! (risa) Sono un attore piuttosto energico, ho bisogno di muovermi, di parlare, di improvvisare. Inchiodato alla carrozzella, scordi tutto questo, è difficile ma interessante! Non vedrò il girato, ripongo fiducia in una sola persona. Come dicevo a Oliver, sono stato molto più noioso su altri set. QUi, se sento che qualcosa non corrisponde all'idea che mi ero fatto del film, gli dico "Ok, cerco di fare quel che vuoi… Ma se ne dovrà forse riparlare alla fine". Le persone lo scordano ma questo mestiere è come un patto col diavolo! Offri la tua immagine e la tua anima. E' un mestiere molto difficile. Anche molto solitario.

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