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Eric Lagesse • Esportatore

Pyramide fa suonare l'allarme

di 

Premiato a Cannes con la Caméra d'Or (Les méduses [+leggi anche:
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, articolo), e il Gran premio della Settimana della Critica (XXY [+leggi anche:
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), la società di vendita internazionale Pyramide ha confermato nuovamente le sue qualità di talent scout. Struttura indipendente, produttrice, distributrice ed esportatrice, Pyramide, che manderà il 14 novembre in Francia De l'autre côté [+leggi anche:
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intervista: Fatih Akin
intervista: Klaus Maeck
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di Fatih Akin (intervista), ha sempre fatto circolare un cinema d'autore di qualità (Kaurismäki, Sorrentino, Elia Suleiman, i Larrieu…) e si ritrova al centro delle pressioni cui sono sottoposti oggi gli indipendenti francesi. A colloquio con Eric Lagesse, responsabile delle vendite internazionali.

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Cineuropa: Cannes è sempre il passaggio obbligato per le vendite di cinema d'autore europeo?
Eric Lagesse: Esistono tre grandi mercati per i film d'autore europei popolari, a potenziale e sicuri, che vendiamo: Cannes, Berlino e Toronto. Berlino è diventato estremamente forte da quando l'American Film Market non si sviluppa. Oggi tutti ci vanno, mentre prima giapponesi, coreani e sudamericani tendevano ad andare soltanto all'American Film Market. Ma Cannes rimane il più grande appuntamento per quanto riguarda la qualità dei film e la presenza di tutti i compratori internazionali. Con un grande successo a Cannes si riesce ad ottenere un terzo della cifra d'affari annuale e si possono vendere 30 territori in 3 ore. Ma se il film non viene ben accolto si perde tutto. Noi però discutiamo con persone che sono certamente dei commercianti, che giocano sul potenziale del film, ma anche degli appassionati, che adorano il cinema e che a volte hanno voglia di avere un autore nelle loro programmazioni, che pagheranno un film, pur sapendo che sarà complicato proiettarlo. Da Piramide procediamo così come distributori: alcuni film sono difficili, ma non possiamo eliminarli perché sono opere di grandi autori, quali Nuri Blige Ceylan per fare un esempio; ma a chi "appartengono" i film francesi selezionati a Cannes? Per il 70% si dividono tra Pyramide, Rezo, Haut et Court, Diaphana, ARP… cioè gli indipendenti. Noi facciamo la nostra parte e proponiamo film d'autore, ma il giorno in cui non potremo più farlo, cosa verrà messo in concorso a Cannes?

Con quali difficoltà devono scontrarsi gli indipendenti?
Al ritmo con cui vanno le cose. E sono volontariamente allarmista se i poteri pubblici non prendono provvedimenti in favore dei produttori e dei distributori indipendenti: non so che film circoleranno tra cinque anni, né tra dieci anni a Venezia, Berlino, Toronto… Molti film vengono prodotti ma sempre con maggior fatica. Vengono anche distribuiti con difficoltà sempre più grandi, sparendo dalle sale ad una rapidità folle, mentre i costi di uscita sono sempre più elevati. Il pubblico sente parlare di grande successo, ma nemmeno il 40% dei film francesi fanno meno di 20mila ingressi. D'altronde i distributori indipendenti sono sempre più coinvolti nella produzione di film, perché i produttori non hanno fondi. Tuttavia i distributori indipendenti si battono per la sopravvivenza dei primi film. Metà dei film distribuiti da Pyramide durante l'anno sono primi lungometraggi come 7 ans [+leggi anche:
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o Dans les cordes. Siamo scopritori di nuovi autori e i loro film riescono ad essere girati perché investiamo soldi su di loro. Se il nostro lavoro non viene riconosciuto da un vero statuto non sappiamo quanto tempo potremo andare avanti. E non parlo solo di Pyramide. Il problema si pone oggi a monte. Per esempio è normale che i gruppi integrati e altri, che appartengono a catene televisive, beneficino dei nostri stessi vantaggi? Per non parlare della fusione TPS - CinéCinéma, della politica durissima di Canal+ sugli acquisti da qualche anno a questa parte… attraversiamo un periodo delicato e resistiamo perché siamo solidi, e grazie al nostro catalago. E se i telefilm hanno un gran successo avremo noi successo soltanto con la formula film in sala e telefilm alla tv. È inoltre inquietante vedere che in termini di audience tutti i telefilm battono quasi sempre qualsiasi film. Il cinema si nutre sempre della televisione a monte, perché ci sono obblighi di investimento, ma non si può programmare La grande vadrouille tutte le settimane. Noi siamo in basso nella scale, e se continuiamo a ricevere solo le briciole non so quanto tempo potremo durare. Si può davvero dire che passiamo la nostra vita a rischiare sul cinema d'autore.

Tradotto dal francese da Anna Castellari

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