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Martin McDonagh • Regista

"L’idea era fare un piccolo film, concentrato sull’umanità dei personaggi"

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- Abbiamo incontrato il regista inglese Martin McDonagh, che presenta il suo film In Bruges - La coscienza dell'assassino con Colin Farrel

Nel 2001 The Guardian lo definiva "il drammaturgo più promettente emerso in Gran Bretagna negli ultimi decenni". Sette anni dopo il londinese Martin McDonagh, vincitore di un Oscar per il corto Six Shooter, ha aperto il Sundance Film Festival con In Bruges [+leggi anche:
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, il suo primo lungometraggio. Come i suoi spettacoli, il film è influenzato dal tagliente humor irlandese e dalla passione per l'estremo di Quentin Tarantino e John Woo, ma più incline ad indagare le sfumature dei personaggi.

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La pellicola, girata nella città belga con l’appoggio del City Film Office locale, mette in scena la storia di due killer costretti a una vacanza forzata dopo che uno di loro ha ucciso un bambino per errore. Colin Farrell e Brendan Gleeson interpretano Ken e Ray, la strana coppia di sicari, l’uno anziano e riflessivo, l’altro più giovane e febbrile. Ralph Fiennes è il boss, feroce e inesorabile, deciso a punire Ray per il quale passare due settimane in Belgio è un po’ come essere già morti.

Il successo di In Bruges, prodotto da Blueprint Pictures, Film 4 e Scion Film insieme all’americana Focus Features e molto venduto in tutta Europa (negli USA uscirà l’8 febbraio sull’onda del Sundance, in Italia è stato acquisito da Mikado), coincide con l’annuncio del UK Film Council sullo stato del cinema inglese nel 2007. Nonostante il boom al box office le spese per la produzione sono calate e il numero di film targati GB è sceso. Il trend negativo sarebbe un effetto dello sciopero degli sceneggiatori USA e della debolezza del dollaro.

Cineuropa: Ci parli della produzione del film.
Martin McDonagh: L’ho girato quasi quattro anni fa, il progetto è piaciuto al produttore inglese Graham Broadbent e all’European Film Market ha attratto gli americani già prima del coinvolgimento di Colin Farrell. Prima di girare abbiamo provato tre settimane, le riprese sono durate oltre 7 settimane con un budget di circa 16 milioni di dollari. Il film è stato venduto praticamente in tutto il mondo.

Perchè ha scelto Bruges come location?
Ho visitato Bruges quattro anni fa e ho avvertito sentimenti contrastanti. È un posto dall’architettura e la storia meravigliosi, non riuscivo a credere che nessuno l’avesse scelto per un film, ma allo stesso tempo può essere piuttosto noioso. Ho cominciato a immaginare due personaggi costretti a passare un periodo insieme che reagiscono alla città in modo opposto. Ken si lascia catturare dalla cultura, Ray si annoia a morte e preferisce il bancone dei bar.

In che modo l’esperienza con la scrittura teatrale ha influito sulla stesura del film?
I miei spettacoli hanno una forte dimensione cinematografica ma l’ultima cosa che volevo era portare uno show teatrale sullo schermo. L’idea era fare un piccolo film, concentrato sull’umanità dei personaggi. La scrittura è stata la parte più facile ma trovare lo stile visuale giusto e imparare la giusta posizione della macchina da presa ha richiesto un lavoro enorme.

Come ha lavorato con gli attori?
Abbiamo fatto tre settimane di prove prima delle riprese. Mentre scrivevo la sceneggiatura non avevo in mente nessuno in particolare. I tre gangster erano londinesi, poi quando Brendan è entrato nel progetto mi ha fatto notare le affinità tra l’accento irlandese e quella della working class londinese. Lui e Colin (entrambi di Dublino, ndr) hanno lavorato senza il peso della correzione dell’accento, una barriera in meno tra loro e i personaggi.

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