Un altro ostacolo all'adesione della Svizzera a Media
di Geneviève Rossier, Françoise Deriaz
Il rinnovo della partecipazione della Svizzera al programma Media continua ad essere ostacolato da un'esigenza dell'Unione europea: il riconoscimento del cosiddetto principio "del paese d'origine" nell'ambito della direttiva "Audiovisivo senza frontiere" sulla libera ricezione e diffusione di trasmissioni televisive, compresa la pubblicità riguardante politica, religione e alcol (news). Avendo il Parlamento approvato il rinnovo dell'accordo Media, ora dovrebbe anche accettare di ammorbidire la legge sulla pubblicità di alcol in tv.
E invece una delle Camere (il Consiglio di Stato), in nome della salute pubblica, si è pronunciata il 17 marzo scorso per un irrigidimento delle disposizioni attuali, ossia per il divieto totale.
Dinanzi a questa presa di posizione, Bruxelles ha alzato la voce, tanto più che l'atteggiamento della Svizzera riguardo a temi sensibili come il segreto bancario e l'evasione fiscale non incitano l'Unione europea alla mansuetudine.
Martedì scorso, è toccato al Consiglio nazionale decidere se la Svizzera avrebbe dovuto accettare o no di adattare la legge sulla pubblicità alle esigenze europee, passaggio decisivo per il proseguimento delle trattative: 91 votanti contro 78 hanno optato per la liberalizzazione.
La questione è dunque rinviata al Consiglio di Stato per un nuovo esame a inizio giugno, per poi tornare al Consiglio nazionale. I professionisti del cinema dovranno pazientare ancora qualche settimana prima di conoscere il loro destino in Europa, sperando che la Svizzera non decida di scegliere la strada dell'isolamento.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.