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VENEZIA 2009 Controcampo italiano

Il compleanno: Marco Filiberti insegue Visconti

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Il fantasma di Luchino Visconti, quest’anno, si aggira sul Lido più che in passato: stavolta infatti l’hotel Des Bains (e i sontuosi saloni dove il regista girò Morte a Venezia) non c’entrano. C’entrano invece due autori italiani che coi loro film guardano, in modi diversi e forse incautamente, all’autore del Gattopardo: da un lato Luca Guadagnino, il cui Io sono l’amore [+leggi anche:
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è stato letto da molti come un omaggio a Gruppo di famiglia in un interno, dall’altro Marco Filiberti, che nell’incipit “operistico” de Il compleanno [+leggi anche:
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(Controcampo) guarda a Senso – con Wagner al posto di Verdi, e il teatro Pergolesi di Jesi al posto della Fenice – per poi arrischiarsi nei territori, appunto, di Morte a Venezia.

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La vita dello psicologo Matteo (Massimo Poggio), infatti, padre di famiglia amorevole e sposato alla dolce Francesca (Maria de Medeiros), è turbata dall’arrivo di David, figlio (bellissimo, lo interpreta l’esordiente modello Thyago Alves) di una coppia di amici (sono Alessandro Gassman e Michela Cescon). Il giovane suscita nell'uomo, fino ad allora campione di razionalità (fa lo psicologo), un desiderio incontrollabile. La convivenza dei cinque sotto lo stesso tetto, nel corso di un’estate a Sabaudia, avrà esiti imprevisti. O meglio prevedibilissimi (ma non è una colpa), dal momento che Filiberti – al secondo film dopo Poco più di un anno fa – insegue il sogno di girare un mélo moderno, con tanto di inevitabile tragedia dietro l’angolo.

Del mélo, però, al film manca quell’incandescenza che all’epoca d’oro del genere avvinceva gli spettatori delle opere fiammeggianti di Douglas Sirk, sostituita qui da una cultura sin troppo esibita (si parla di Proust, del Tristano e Isotta, di Schopenhauer): come se il melodramma abdicasse alla propria vocazione popolare, per rivolgersi ad un pubblico di “(s)fortunati pochi” in grado di decifrare le citazioni dotte e le incursioni nel kitsch (la prima apparizione di David, una scena di masturbazione accompagnata dalle note di Maledetta primavera di Loretta Goggi, icona dell’immaginario gay italiano).

Né convince, nello script dello stesso Filiberti – le cui doti di regista superano quelle di sceneggiatore e dialoghista –, la scelta di tradire il registro drammatico (intorno ai protagonisti gravitano anche due figure complesse, una paziente di Matteo, interpretata da Piera Degli Esposti, e lo zio di David, Christo Jivkov, il solo ad intuire cosa sta succedendo) con un incongruo personaggio da commedia all’italiana interpretato da Gassman, impenitente cacciatore di (giovani) sottane sempre incline alla battuta.

Prodotto dalla Zen Zero di Agnès Trincal e Caroline Locardi, con la partecipazione degli Ateliers d’écriture Evian éQuinoxe al Royal Evian Resort e il supporto della Marche Film Commission, Il compleanno non può contare, per il momento, su una distribuzione italiana.

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