23/10/2009

Un vecchio pregiudizio, soprattutto in Italia, tiene ancora “separati” il mondo del piccolo schermo da quello del cinema: e così, proprio mentre il Festival di Roma presenta l’evento speciale Red Riding Trilogy (tre film per la televisione prodotti dall’emittente britannica Channel 4, e poi acquistati per la distribuzione theatrical), è utile che anche dall’Italia giunga il segno tangibile di un impegno che valorizzi i talenti che operano – con lo stesso impegno – al cinema come in tv.

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A cominciare dagli attori: un nome su tutti? Maya Sansa, interprete di tanti film d’autore (da La balia e Buongiorno, notte di Marco Bellocchio a Il vestito da sposa di Fiorella Infascelli, fino al recente Villa Amalia di Benoît Jacquot) ma anche tra le protagoniste de La meglio gioventù, vero e proprio simbolo della “convivenza” possibile, e anzi auspicabile, tra cinema e tv. Proprio a quest’interprete sensibile – già vincitrice di un Nastro d’argento e candidata a due David di Donatello – la Fondazione Roberto Rossellini per l’audiovisivo (creata con l’obiettivo di creare un coordinamento dell’industria dell’audiovisivo della Regione Lazio) ha assegnato, nell’ambito del Festival Internazionale del Film di Roma, il neonato Premio Fondazione Roberto Rossellini “per aver unito, nella sua carriera, il meglio del cinema e della televisione”.

Un riconoscimento che per la Sansa giunge in un momento professionalmente felice: l’attrice è stata molto applaudita, proprio al Festival di Roma, per la sua interpretazione ne L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, tra i titoli più accreditati alla vittoria del Marc’Aurelio d’oro.

(Tradotto dall'inglese)