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FESTIVAL Italia

Torino, la prima volta di Gianni Amelio

di 

“C’è sempre una prima volta”, dice il regista Gianni Amelio, al suo esordio alla guida del Torino Film Festival (dal 13 al 21 novembre la 27a edizione) dopo il biennio dell’ex direttore Nanni Moretti: “Lo ringrazio ancora una volta per la visibilità che ha saputo dare a questo appuntamento, io non potrò fare lo stesso”, continua l’autore – tra gli altri – de Il ladro di bambini (1992, Gran Premio della Giuria a Cannes) e Così ridevano (1998, Leone d’oro a Venezia).

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Un calo dell’attenzione mediatica, dopo il passaggio di consegne, è giudicato inevitabile. Per colmarlo, però, Torino propone un programma molto denso, forse il più ricco (almeno per numero di film, oltre 250 tra lunghi, medi e cortometraggi) degli ultimi anni. Il cuore del festival è sempre il Concorso internazionale (presidente di giuria lo sceneggiatore italiano Sandro Petraglia), che vede il ritorno in competizione – dopo tre edizioni di magra – del cinema italiano, presente con due titoli: La bocca del lupo [+leggi anche:
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intervista: Pietro Marcello
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di Pietro Marcello, storia d’amore a metà tra documentario e poema visivo, e Santina di Gioberto Pignatelli, che s’ispira ad alcune pagine de “La storia” di Elsa Morante contaminando cinema, teatro, musica e arti figurative.

Altri quattordici i film selezionati, tutte opere prime e seconde ad eccezione di Le roi de l’évasion [+leggi anche:
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, terzo film del francese Alain Guiraudie, e soprattutto unica commedia di un concorso che si annuncia piuttosto cupo, tra scenari post-apocalittici (benché venati di humour come quelli dell’ungherese Adás – Transmission di Roland Vranik) e fallimenti esistenziali (Medalia de Onoare di Calin Netzer).

Il motto del festival è “rigore nella passione”, ma gli spettatori stiano tranquilli: Amelio è il primo a sapere che “non bisogna confondere il rigore con l’autogol”. E così in “Festa mobile” (“l’abbiamo chiamata così non per snobismo ma per sostituire un’espressione che sembra consunta come il fuori concorso”) si vedranno mélo – a cominciare da Tetro-Segreti di famiglia [+leggi anche:
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di Francis Ford Coppola, uno dei due autori insigniti del Gran premio Torino (l’altro è Emir Kusturica, che presenta la versione tv, lunga più di sei ore, di Underground) – e film d’autore (gli ultimi Ozon, Le refuge [+leggi anche:
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, e Honoré, Non ma fille, tu n’iras pas danser [+leggi anche:
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), ma anche tanto di cinema di genere, come l’horror tedesco Record 12 di Mario Conte e Simone Wendel.

Tante le suggestioni musicali “vintage”: si apre con l’Inghilterra di Nowhere Boy [+leggi anche:
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, esordio dell’artista Sam Taylor Wood sull’infanzia di John Lennon, e si chiude con la Germania di Lulu & Jimi [+leggi anche:
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di Oskar Roehler, “un Douglas Sirk girato come fosse John Waters, ma dedicato a David Lynch, e dove la musica di Elvis ti salva la vita”, promette il vicedirettore del festival, Emanuela Martini.

Notevole, come d’abitudine, l’attenzione al documentario (anche qui, nuovo nome: “Paesaggio con figure”, sottosezione di Festa mobile in cui desta molta curiosità Maniquerville, con la Francoise Lebrun già icona del post-Nouvelle Vague Jean Eustache), e quella per il cinema di ricerca, che trova in “Onde” – fino all’anno scorso “La zona” – la sua collocazione privilegiata, con le nuove opere di maestri come la coppia Gianikian/Ricci Lucchi (Diario 1989 “Dancing in the Dark”) e il portoghese Ne change rien [+leggi anche:
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di Pedro Costa.

Torino 27

Adás - Transmission - Roland Vranik (HU, 2009, 95’)

Baseco Bakal Boys - Ralston Jover (PH 2009, 93’)

La Bocca Del Lupo [+leggi anche:
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intervista: Pietro Marcello
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- Pietro Marcello (IT, 2009, 67’)

Chi L’ha Visto - Claudia Rorarius (DE, 2009, 88’)

Crackie - Sherry White (CA, 2009, 94’)

Get Low - Aaron Schneider (USA, 2009, 101’)

Guy And Madeline On A Park Bench - Damien Chazelle (USA, 2009, 82’)

Medalia De Onoare [+leggi anche:
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- Medal Of Honor - Calin Netzer (RO, 2009, 105’)

La Nana - The Maid - Sebastián Silva (CL, 2008, 94’)

Nord [+leggi anche:
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intervista: Rune Denstad Langlo
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- Rune Denstad Langlo (NO, 2009, 78’)

Le Roi De L’évasion [+leggi anche:
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- Alain Guiraudie (FR, 2009, 97’)

Santina - Gioberto Pignatelli (IT, 2009, 78’)

Torso - Yamazaki Yutaka (JP, 2009, 104’)

Van Diemen’s Land - Jonathan Auf Der Heide (AU, 2009, 104’)

You Wont Miss Me - Ry Russo-Young (USA, 2009, 81’)

Zha Lai Nuo ErJalainur - Zhao Ye (CN, 2008, 92’)

Festa Mobile

À L’ouest De Pluton - Henry Bernadet E Myriam Verreault (CA, 2008, 95’)

Beautiful Kate - Rachel Ward (AU, 2009, 100’)

La Bella Gente [+leggi anche:
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- Ivano De Matteo (IT, 2009, 98’)

The Blind - Nathan Silver (USA, 2009, 72’)

Bomber [+leggi anche:
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- Paul Cotter (UK, 2009, 84’)

Breaking Upwards - Daryl Wein (USA, 2009, 89’)

Chan Mat – Claustrophobia - Ivy Ho (HK, 2009, 100’)

La Cosa Giusta - Marco Campogiani (IT, 2009, 93’)

Fantastic Mr. Fox - Wes Anderson (USA, 2009, 87’)

Gigante [+leggi anche:
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- Adrián Biniez (UY/DE/AR, 2009, 90’)

Hayat Var - My Only Sunshine - Reha Erdem (TK/GR/BG, 2008, 121’)

Kinatay [+leggi anche:
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- Brillante Mendoza (FR/FH, 2009, 110’)

Le Donk & Scor-Zay-Zee [+leggi anche:
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- Shane Meadows (UK, 2009, 71’)

The Loved Ones - Sean Byrne (AU, 2009, 84’)

Lulu & Jimi [+leggi anche:
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- Oskar Roehler (DE, 2008, 94’)

Made In Hungaria - Gergely Fonyo (HU, 2009, 109’)

New Denmark - Rafaël Ouellet (CA, 2009, 73’)

Non Ma Fille, Tu N’iras Pas Danser [+leggi anche:
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- Christophe Honoré (FR, 2009, 105’)

Nowhere Boy [+leggi anche:
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- Sam Taylor Wood (UK, 2009, 96’)

Pink Subaru - Ogawa Kazuya (IT/JP, 2009, 96’)

Politist, Adjectiv [+leggi anche:
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intervista: Corneliu Porumboiu
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- Corneliu Porumboiu (RO, 2009, 113’)

Pontypool - Bruce Mcdonald (CA, 2009, 96’)

Record 12 - Mario Conte E Simone Wendel (DE, 2009, 63’)

Le Refuge [+leggi anche:
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- François Ozon (FR, 2009, 90’)

La Straniera - Marco Turco (IT, 2009, 108’)

Welcome [+leggi anche:
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intervista: Philippe Lioret
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- Philippe Lioret (FR, 2009, 110’)

Yang Yang - Yu-Chieh Cheng (TW, 2009, 111’)

Zion Ve’achiv [+leggi anche:
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- Zion And His Brother - Eran Merav (IL/FR, 2008, 84’)

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