08/02/2010

Dopo vari film su ragazzi in difficoltà (leggi news), due pellicole dell’International Film Festival Rotterdam (IFFR), che si è chiuso nel fine settimana, hanno proposto storie di giovani che ascoltano il proprio cuore.

Nel polacco All That I Love [+leggi anche:
trailer
scheda film] di Jacek Borcuch, Janek (l’esordiente Mateusz Kosciukiewicz, vera scoperta) è innamorato di una ragazza e vuole suonare con il suo gruppo ad un festival musicale in un’altra città. Ad una trama apparentemente generica, va aggiunto però il fatto che la vicenda è ambientata nella Polonia del 1981, che gli scioperi di massa sono nell’aria, che il padre è nell’esercito e la madre simpatizza per Solidarnosc — elementi sufficienti a farne un commovente film di formazione.

Girata in bellissimi colori spenti, la semi-autobiografia di Borcuch — che segue Tulips, dramma su uomini di mezza età — è piena di una straripante energia giovanile. Uno dei tocchi migliori è dato dalla descrizione del padre (la star polacca Andrzej Chyra, già in Tulips), mai presentato come cattivo, e dalla relazione padre-figlio, sempre amorevole nonostante il clima politico e le questioni di autorità.

Il film, di fattura molto classica, era già stato presentato a Pusan e al Sundance, ed era inserito nella sezione Spectrum dell’IFFR.

Il greco In the Woods [+leggi anche:
recensione
scheda film], nella stessa sezione, racconta la storia di tre giovani, due ragazzi e una ragazza, che camminano per i boschi e sperimentano i propri limiti. Il regista Angelos Frantzis ha girato con una videocamera digitale molto economica (da 200 euro), e questo dà al film l’aspetto di un commovente quadro impressionista dai colori spenti e a volte saturi, e un’immagine leggermente sfocata.

Nonostante l’apparenza sperimentale, il tema del film viene in superficie in modo chiaro, e rende In the Woods un intrigante poema sulla natura contro la società, la sessualità e le relazioni umane.

(Tradotto dall'inglese)