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INDUSTRIA Francia

Accelerazione contro la pirateria, freno sul finanziamento

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Settimana piena di speranze, ma anche di delusioni per l'industria cinematografica francese. Dapprima ha visto con soddisfazione entrare in vigore la legge Hadopi (leggi l’articolo) con l'invio delle prime mail di avvertimento agli internauti identificati come scaricatori illegali di opere, ma poi è rimasta spiacevolmente sorpresa dal parere negativo del Consiglio superiore dell'audiovisivo (CSA) sulla bozza di decreto che mira a introdurre un contributo obbligatorio alla creazione da parte delle piattaforme di video on demand.

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Sul terreno della lotta alla pirateria, i fornitori di accesso Internet Numéricable e Bouygues Telecom hanno cominciato a inviare mail di avvertimento ai loro abbonati identificati dagli aventi diritto. SFR e Orange stanno per fare lo stesso, mentre l'operatore Free fa ostruzione, alimentando l'ira del ministero della Cultura e rianimando un dibattito molto burrascoso tra i pro e i contro Hadopi, con alcuni politici che non esitano a cavalcare la questione a fini elettorali.

Quanto ai finanziamenti obbligatori alla creazione cinematografica (e audiovisiva), che formano lo zoccolo duro del modello francese, il presidente del CSA si è espresso negativamente sulla bozza di decreto che prevede di sottoporre le piattaforme francesi di video on demand (VOD) a obblighi di finanziamento della creazione (dal 2011, il 15 % degli introiti degli operatori su un fatturato superiore a 10 M€ dovrebbero essere destinati a investimenti nelle creazioni europee, il cui 12 % francesi) e a obblighi di esercizio (60 % delle opere europee, il cui 40 % francesi).

Il CSA stima che le piattaforme francesi non sono ancora attive economicamente (sono tutte in deficit e solo Canal Play, Orange e SFR realizzano un fatturato superiore a 10 M€) e prospetta il rischio di una delocalizzazione dei servizi francesi di VOD se non sarà possibile svilupparsi a pari condizioni con concorrenti come iTunes (installato in Lussemburgo), Google e Hulu.

Il CSA propone di aggiungere al decreto una clausola di incontro tra 18 mesi, che permetterebbe di analizzare se gli obblighi non hanno penalizzato le piattaforme francesi. Quanto al finanziamento, consiglia invece di raggiungere progressivamente in cinque anni la soglia del 15 % e di diminuire da subito il tasso di esercizio al 50 %, il cui 35% di opere francesi. Consigli e un parere del CSA che hanno fatto sobbalzare la SACD (Società degli Autori e Compositori Drammatici), che continua a sostenere la bozza di decreto ideata dal ministero della Cultura. Fino a ulteriori sviluppi.

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(Tradotto dal francese)

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