email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

PREMI Belgio

I Magritte tra le polemiche

di 

L’annuncio delle nomination ai Magritte del Cinema, i nuovi premi del cinema belga francofono, si è svolta tra le polemiche. In un'intervista, l'attrice belga francofona Cécile de France ha proclamato la sua intenzione di boicottare una cerimonia che dissocia i film belgi francofoni da quelli in lingua olandese. Mentre il popolo belga, nel suo insieme, si interroga sull'assurdo e pertanto reale pantano politico i cui sembra perdersi il suo Paese, il campo dell'audiovisivo è ampiamente polarizzato dall'appartenenza linguistica, o almeno così sembra.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Se sul piano produttivo e tecnico le collaborazioni sono numerose, più rari, sullo schermo, sono gli attori che fanno da "spola" tra i film francofoni e quelli in lingua olandese. Cécile de France cita come esempio Jan Decleir, suo partner in Sœur Sourire [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, nominato nella categoria Miglior attore non protagonista per Les Barons [+leggi anche:
recensione
trailer
Intervista al regista e all'attrice di…
intervista: Nabil Ben Yadir
scheda film
]
. Ma per un Jan Decleir bilingue, quanti attori di talento non compiono questa transizione? Idem per i registi, con la sola, lodevole eccezione di Stijn Coninx. Inoltre, il box office non mente: ciascun pubblico sceglie i suoi beniamini a seconda della propria lingua. Da notare tuttavia che i film cosiddetti "d'autore" (che si tratti dei Dardenne o del più recente La Merditude des Choses [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Felix van Groeningen
scheda film
]
), hanno il loro pubblico da entrambi i lati della frontiera linguistica.

Il Belgio dell'audiovisivo appare dunque diviso, ma in fin dei conti, non è normale quando sono in ballo due lingue? Tanto più che sul piano della produzione, le cose si muovono. Da qualche mese, il Vlaams Audiovisueel Fonds e il Centre du Cinéma de la Communauté française de Belgique hanno creato delle linee di finanziamento comuni, oltre a collaborare in tv per la produzione di documentari. I produttori, dal canto loro, non hanno atteso l'introduzione di questi budget per moltiplicare le coproduzioni. Di fatto, a tutti piacerebbe vedere un Belgio unito anche nel suo cinema. Ma alla fine, l'esposizione di autori, attori e tecnici belgi, anche se fatta in parallelo da una parte e dall'altra della frontiera linguistica (ricordiamo che il Festival di Ostende ha accolto i primi Vlaams Filmprijzen a settembre), non può che beneficiare al cinema belga nel suo insieme, e contribuire a gettare ponti tra i professionisti francofoni e quelli di lingua olandese.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy