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CANNES 2011 Palmarès

Le reazioni dei vincitori

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Estratti della conferenza stampa che ha riunito questa sera i registi e gli attori premiati al 64mo Festival di Cannes, ad eccezione del gran vincitore Terrence Malick, la cui discrezione è leggendaria, e l'americana Kirsten Dunst, miglior interprete per Melancholia, la quale ha preferito evitare di tornare sull'espulsione dal Festival del regista danese Lars von Trier.

Jean-Pierre Dardenne (Grand Prix con suo fratello Luc per Il ragazzo con la bicicletta [+leggi anche:
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intervista: Jean-Pierre e Luc Dardenne
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- leggi il Focus): "Essere selezionato in concorso a Cannes è già una gran cosa perché tutta la stampa internazionale può vedere il film in due giorni. Poi il film è stato accolto molto bene e, oltretutto, vince un premio che lo aiuterà. E far parte della famiglia dei Grand Prix al fianco di Pasolini, ad esempio, non è niente male".

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Nuri Bilge Ceylan (Grand Prix ex-aequo per Once Upon a Time in Anatolia - articolo): "Questo premio va oltre ogni mia aspettativa, giacché il mio non è un film facile e pensavo che la proiezione l'ultimo giorno fosse faticosa per la giuria, la stampa e il pubblico".

Nicolas Winding Refn (Premio della regia per Drive): "Questo film è una miscela di Hollywood e di me che vengo da Copenhagen. Ryan Gosling ha fatto come quando Lee Marvin è andato a cercare John Booreman per girare Point Blank negli Stati Uniti. Questo premio mi dà molte possibilità".

Jean Dujardin (Interpretazione maschile per The Artist [+leggi anche:
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intervista: Michel Hazanavicius
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- articolo): "E' un piacere infantile quello di ricevere un premio assegnato da Robert De Niro per un film molto audace che per lungo tempo ho creduto impossibile da montare finanziariamente. Ma non ho alcun piano per la mia carriera e non dico che questo sia un passaporto verso qualcos'altro".

Maïwenn (Premio della Giuria per Polisse [+leggi anche:
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intervista: Maïwenn
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- leggi l’articolo e l’intervista): "Penso soprattutto ai miei esordi. E' stato come salire una scala, tappa per tappa. Mi sono fatta da sola. E non è un caso che il film sia ambientato alla Brigata di Protezione dei Minori poiché gli abusi psicologici e fisici hanno a che fare con la mia infanzia".

Robert De Niro (presidente di giuria): "La maggioranza dei membri della giuria ha stimato che The Tree of Life avesse la grandezza, il respiro, l'impatto e le intenzioni che sembravano corrispondere a una Palma d'Oro. Per Melancholia, una piccola sanzione è stata inflitta al suo regista, ma il film era rimasto in competizione. Bisogna precisare che il regolamento stabilisce che un film non può avere più di un premio".

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(Tradotto dal francese)

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