14/07/2011

Uno strano fenomeno sta attraversando la produzione cinematografica belgo-francofona. In pochi mesi, i registi belgi hanno tirato fuori una passione inedita per l'universo carcerario, come testimonia la messa in cantiere di tre progetti ambientati in prigione. Cominciate lo scorso maggio in Lussemburgo, le riprese del nuovo film di Frédéric Fonteyne, Quartier Libre, si sono svolte in un vero penitenziario polacco. Il prossimo autunno, FraKas productions lancerà invece le riprese del primo lungometraggio di David Lambert, Hors les murs, anch'esso ambientato in carcere.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il terzo progetto è quello dell'attore re dell'improvvisazione Patrick Ridremont (foto), che questo mese ha ricostruito negli studios lussemburghesi un braccio della morte un po' particolare per le esigenze del suo primo lungometraggio, Dead Man Talking, storia di una "Sherazade dei tempi moderni", incarnata da un condannato a morte che, poco prima dell'iniezione letale, approfitta di un dettaglio insignificante della procedura d'esecuzione: il diritto a un'ultima dichiarazione. Introdotto suo malgrado in questa falla del sistema, le sue ultime parole diventano un caso politico e mediatico.

Per il suo primo film, Ridremont, che interpreta in ruolo principale, è affiancato da François Berléand e da Virginie Efira. Considerata la popolarità di Patrick Ridremont, questo nuovo progetto dovrebbe beneficiare di una grande visibilità in Belgio. Il film è prodotto da Sylvain Goldberg e Serge de Poucques per Nexus Factory, società particolarmente attiva nel campo delle coproduzioni di prestigio, visto che al momento sta lavorando anche su Cloclo di Florent Emilio Siri e Les Tribulations d’une Caissière di Pierre Rambaldi. Dead Man Talking, che ha ricevuto il sostegno della Communauté française de Belgique e di Wallimage, è coprodotto in Lussemburgo da Bidibul Productions.

(Tradotto dal francese)