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PRODUZIONE Francia

Indignados e Indignez-vous!: due film per Gatlif

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Un lungometraggio di finzione e un documentario sullo stesso soggetto: il movimento degli Indignati che si è sviluppato nel 2011 in Europa dopo la pubblicazione del libro Indignatevi! di Stéphane Hessel. Diretti dall'iconoclasta Tony Gatlif, Indignados e Indignez-vous! dovrebbero ricevere una buona accoglienza ai prossimi grandi festival (con l'ipotesi Berlino in prima linea). Il regista ha vinto nel 2004 il premio della regia a Cannes con Exils e nel 2006 ha presentato sempre sulla Croisette Transylvania [+leggi anche:
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in chiusura fuori concorso.

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Secondo Tony Gatlif, Indignados "si immerge in una realtà densa e palpabile di un'Europa che si ribella solo per poter sopravvivere, attraverso lo sguardo e l'illusione di Betty (Mamebetty Honoré Diallo), una giovane clandestina africana. Viaggiando lungo le frontiere di un'Europa prossima all'implosione della sua coesione sociale, Betty si confronta con questa realtà e con le situazioni assurde che genera. Tra naufragi e speranze, ascolta il canto dell'esilio mentre cammina e corre verso questo "eldorado" scandito dai richiami al risveglio delle grandi folle. Nella sua corsa e nei suoi incontri con umanità solidali, nel cuore delle città fantasma rovinate dalla crisi, Betty, alla ricerca di un lavoro, incrocerà gli Indignati e le loro disillusioni al motto "Cada dia tus ilusiones se cruzan con las nuestras" (Ogni giorno le tue illusioni si confondono con le nostre)."

Prodotto da Princes Films (società di Gatlif), Indignados è coprodotto da Eurowide Films Production (Claudie Ossard), Rhône-Alpes Cinéma e Herodiade. Les Films du Losange si occuperà della distribuzione nelle sale francesi (il 7 marzo 2012) e guida le vendite internazionali.

Allo stesso tempo, Tony Gatlif ha diretto per il canale tv Arte il documentario Indignez-vous!. Perché per il regista, "c'è urgenza. Il malfunzionamento del capitalismo finanziario precipita il mondo e i popoli in una crisi sempre più dura per milioni di persone, ridotte alla disoccupazione e sprofondate nella miseria. Questi tempi cupi in cui viviamo possono sfociare in qualcosa di ancora peggiore, un'esplosione di violenza xenofoba e razzista, una guerra di civiltà, mettendo contro i popoli nel nome di Dio, dell'incompatibilità delle culture, o semplicemente dell'odio dell'altro. Contro questo sbocco terribile, il cinema, come la letteratura, la musica e le altre arti, deve lottare".

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(Tradotto dal francese)

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