11/07/2012 - Il documentario dello svedese Ester Martin Bergsmark è un'opera sperimentale che trascende ogni definizione di genere

Saggio, biografia e insieme adattamento letterario, She Male Snails [+leggi anche:
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scheda film] di Ester Martin Bergsmark racconta la ricerca di una identità sessuale, lo sviluppo personale, la solitudine e l’espressione di sé.

Dopo l’anteprima mondiale al Gothenburg International Film Festival, dove ha vinto il Premio Nordic Vision e quello del pubblico nel Concorso Nordic, She Male Snails è stato proiettato al Sarajevo Film Festival nella nuova sezione non competitiva Kinoscope.

Basato su conversazioni immaginarie tra Bergsmark e l’artista transgender Eli Leven, mentre si depilano e accarezzano seduti in una vasca da bagno, il film utilizza varie tecniche visive per descrivere il mondo interiore di Leven e la sua relazione col mondo circostante. Relazione che include scene di un ragazzo vestito da donna che balla davanti a uno specchio o una figura androgina, più anziana, che senza apparente motivo si trova in un panorama coperto dalla neve. Le scene nella vasca sono intime e tenere, con frequenti primi piani di pelle, bocche, dita e peli corporei. La forma e lo stile visivo del film sono assai più provocatori del suo tema, ma un delicato senso dell’umorismo fa in modo che il lungometraggio non diventi mai pretenzioso.

La pellicola non ha quasi dialoghi — una voce fuori campo legge la conversazione tra i due protagonisti ed estratti dal romanzo pluripremiato You Are the Roots That Sleep Beneath My Feet and Hold the Earth in Place di Leven stesso. Da qui arrivae il titolo originale svedese del film, Pojktanten, ovvero 'lady boy' o 'she male', un nome di genere che Leven ha inventato per sé, rifiutando di essere identificato come ragazzo o ragazza. “Non sono nessuno dei due”, dice in un passaggio, “e sono felice così”.

She Male Snails è prodotto e venduto dalla Upfront Films di Copenhagen.

(Tradotto dall'inglese)