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FESTIVAL Italia

Courmayeur: dal noir di Don Winslow all'horror di Zampaglione

- Ospite della XXII edizione del Courmayeur Noir in Festival l'autore del best seller da cui Oliver Stone ha appena adattato Le belve

Don Winslow, autore del best seller da cui Oliver Stone ha appena adattato Le belve, sarà ospite della XXII edizione del Courmayeur Noir in Festival (10 -16 dicembre), che gli assegnerà il Raymond Chandler Award. Tra gli ospiti italiani della rassegna diretta da Giorgio Gosetti e Marina Fabbri potrebbe esserci, non ancora confermato, Federico Zampaglione con il suo nuovo film horror in prima nazionale, Tulpa, già accolto con entusiasmo al FrightFest di Londra.

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Il tema dell'anno del Courmayeur Noir in Festival sarà la mafia. Ideato da Marina Fabbri insieme a Gaetano Savatteri (che ne sarà il conduttore) l’incontro di approfondimento “Noi e la Mafia” si svolgerà il 13 e 14 dicembre e cercherà di analizzare la rappresentazione letteraria e cinematografica del sistema criminale più famigerato al mondo.

I film del concorso internazionale saranno 10 e quest’anno la vera sorpresa è la presenza importante del cinema italiano, "a lungo grande assente del genere", come conferma Giorgio Gosetti. Giusto un anno fa, con la collaborazione di Istituto Luce – Cinecittà, il festival si interrogava sulle potenzialità del modello narrativo del noir rispetto alla storia e alla cronaca della realtà italiana. Ne nasceva il progetto di un osservatorio permanente, “Vedo Nero”, che quest’anno ritorna grazie al contributo di sceneggiatori, autori, produttori, giornalisti e storici.

Quattro i film fuori concorso che caratterizzeranno l’apertura e la chiusura del Noir. Qualche anticipazione: il documentario di Carl Colby The Man Nobody Knew dedicato alla vera storia di suo padre, William Colby, leggendario capo della CIA e ideatore di Stay Behind / Gladio; una giornata speciale dedicata alla storia del movimento terrorista americano Weather Underground così come lo racconta il nuovo capolavoro di Robert Redford The Company You Keep e lo aveva descritto già negli anni ’70 il maestro del documentario Emile De Antonio nel suo rarissimo Underground.

In chiusura un audiodramma d’autore, esperimento teatrale in cui la tecnologia ben si sposa con la tradizione del racconto orale nell’adattamento originale di Sergio Ferrentino de “Il giardino di Gaia” di Massimo Carlotto, uno degli autori italiani più amati dal Noir di Courmayeur.

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