Francia forza 22
- Il cinema francese sbarca in forze a Berlino con 22 (co)produzioni nelle diverse sezioni del festival, di cui sei in competizione
La diversità e l’apertura internazionale del cinema francese sono ancora una volta protagoniste con 22 produzioni e coproduzioni selezionate alla 63ma Berlinale, al via da oggi. Sui 19 film in concorso figurano tre produzioni maggioritarie tricolori (articolo): Camille Claudel 1915 [+leggi anche:
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intervista: Bruno Dumont
scheda film] di Bruno Dumont (foto), La Religieuse [+leggi anche:
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intervista: Guillaume Nicloux
scheda film] di Guillaume Nicloux e Elle s'en va [+leggi anche:
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scheda film] di Emmanuelle Bercot. Nella corsa all’Orso d’oro brillano anche tre coproduzioni minoritarie con An Episode in the Life of an Iron Picker [+leggi anche:
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intervista: Danis Tanović
scheda film] del bosniaco Danis Tanovic (coprodotto da Cedomir Kolar per Asap Films), Layla Fourie [+leggi anche:
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scheda film] della tedesca Pia Marais (coprodotto da Tom Dercourt per Cinéma Defacto) e Paradise - Hope [+leggi anche:
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scheda film] dell’austriaco Ulrich Seidl (coprodotto dalla Société Parisienne de Production - Coproduction Office).
Nel programma Berlinale Special si distingue il documentario Assistance Mortelle [+leggi anche:
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scheda film] di Raoul Peck (prodotto in delegato da Velvet Film con Haiti, Stati Uniti e Belgio).
Sette titoli in cui è implicata la Francia sono stati selezionati al Panorama, tra cui Mes séances de lutte [+leggi anche:
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scheda film] di Jacques Doillon (articolo) e tre documentari: La Maison de la radio [+leggi anche:
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scheda film] di Nicolas Philibert (produzione Les Films d’Ici), Bambi [+leggi anche:
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scheda film] di Sébastien Lifshitz (produzione Un monde meilleur) e Parade [+leggi anche:
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scheda film] di Olivier Meyrou (Hold Up Films). Li accompagnano tre coproduzioni: Inch´Allah [+leggi anche:
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scheda film] di Anaïs Barbeau-Lavalette (coproduzione di Happiness Distribution con il Canada), Rock the Casbah [+leggi anche:
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scheda film] di Yariv Horowitz (13 Production, Crescendo Films e Arte France Cinéma con Israele) e Burn it up Djassa [+leggi anche:
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scheda film] di Lonesome Solo (Banshee Films con la Costa d’Avorio).
La Francia è anche presente al Forum con sei film, tra cui Je ne suis pas mort [+leggi anche:
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scheda film] di Mehdi Ben Attia (news) e cinque coproduzioni minoritarie: Everyday Objects [+leggi anche:
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scheda film] di Nicolas Wackerbarth (Les Films d’Antoine con la Germania), To the Wolf [+leggi anche:
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scheda film] del duo Christina Koutsospyrou - Aran Hughes (French Kiss Production con la Grecia), In Bloom [+leggi anche:
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intervista: Nana Ekvtimishvili e Simon…
scheda film] di Nana Ekvtimishvili e Simon Gross (Arizona Films con la Georgia e la Germania), Circles [+leggi anche:
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intervista: Srdan Golubovic
scheda film] di Sdran Golubovic (già premiato al Sundance - La Cinéfacture e Arte France Cinéma con la Serbia, la Germania, la Slovenia e la Croazia) e il documentario Boundary di Nontawat Numbenchapol (Vicky Films con la Thailandia e la Cambogia).
La valanga di produzioni francesi a Berlino è completata in Generation Kplus da Marussia [+leggi anche:
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scheda film] di Eva Pervolovici (KinoElektron con la Russia) e nel programma Culinary Cinema da La rizière de Xialing Zhu (Orient Studio Productions).
(Tradotto dal francese)
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