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MALAGA 2013

Gracia Querejeta e Isabel Coixet si aggiudicano i premi principali

di 

- Le due registe vincono quattro trofei ciascuna. Rodrigo Sorogoyen, autore del film a basso costo ma ad alto rischio Stockholm, ha ricevuto tre premi tra cui quello di miglior regista

La giuria presieduta dal cineasta Joaquín Oristrell ha applaudito, al festival di Malaga appena conclusosi, il lavoro di due delle registe più personali della cinematografia spagnola che non rinunciano alla loro impronta autoriale portando avanti, con i loro ultimi lavori, una difesa tenace dei rispettivi universi. Mentre Gracia Querejeta con 15 años y un día (Biznaga d'oro del miglior film, miglior sceneggiatura e colonna sonora e premio della critica), con protagonista Maribel Verdú, parla di adolescenza e omaggia suo padre, il grande produttore Elías Querejeta, Isabel Coixet si confronta con la crisi e le sue conseguenze più profonde in Ayer no termina nunca (Biznaga d'argento, premio speciale della giuria e miglior fotografia e montaggio), già presentato all'ultima Berlinale.

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Più fresco e stimolante, rispetto ai film summenzionati, è Stockholm [+leggi anche:
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(leggi la recensione), opera seconda di Rodrigo Sorogoyen, che non solo è stato proclamato miglior regista (e miglior sceneggiatore giovane, insieme alla sua compagna di lavoro Isabel Peña), ma ha anche visto ricompensata come miglior attrice la sua protagonista, l'inquietante Aura Garrido, che divide il trofeo con l'intensa Candela Peña del film di Coixet.

L'idolo delle adolescenti Mario Casas è stato incoronato miglior interprete maschile per il suo lavoro nel modesto La mula, film controverso girato più di quattro anni fa e firmato da un regista anonimo dopo la rinuncia di Michael Radford pochi giorni prima di terminare le riprese. Come attori e attrici non protagonisti sono stati premiati i giovani entusiasti e impegnati di Casting, opera prima di Jorge Naranjo che racconta la dura lotta per entrare nel mondo del cinema.

Il pubblico, dal canto suo, ha votato Diamantes negros, coproduzione ispano-lusitana diretta da Miguel Alcantud (leggi la recensione).

Infine, c'è da rilevare il forte impulso del documentario che sta vivendo un'età dell'oro, come si è visto in questo festival che ha meritatamente premiato A la sombra de la cruz di Alessandro Pugno come il migliore della manifestazione.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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