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VENEZIA 2013 Concorso

Via Castellana Bandiera, donne che si sfidano

di 

- L'incontro-scontro in una stretta strada di Palermo tra Rosa e l'anziana Samira, nel film d'esordio della drammaturga siciliana Emma Dante

Via Castellana Bandiera, donne che si sfidano

"Non c'ero mai stato. M'accorgo che c'ero nato". Il film d'esordio della drammaturga e regista palermitana Emma Dante sta tutto in quella brevissima poesia di Giorgio Caproni, intitolata "Constatazione", e citata alla fine di Via Castellana Bandiera, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

L'incontro-scontro in una stretta strada di Palermo tra Rosa, interpretata dalla stessa regista, e l'anziana Samira (Elena Cotta, una vita dedicata al teatro) è soprattutto una constatazione. Allontanatasi da una terra, anzi un'isola, che non ammette rimpianti, Rosa ci si ritrova per accompagnare la sua giovane compagna Clara (Alba Rohrwacher) ad un matrimonio di amici. La coppia è in crisi, il caldo e i sensi unici stradali fanno scoppiare i conflitti. Nella via che dà il titolo al film, e dove Emma Dante ha realmente vissuto per anni, l'auto guidata da Rosa si imbatte in quella pilotata da Samira, donna ammutolita dal dolore per la perdita di una figlia, che viaggia con genero e nipoti. Nessuna delle due vuol fare marcia indietro. E la constatazione, per Rosa, è la necessità di fare i conti con il passato e il futuro. Liberarsi da legami antichi, dalle nasse che intrappolano pesci e uomini, per essere liberi di prendere direzioni diverse. 

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Nel corso del film lo scontro, tra ironia e metafora si indurisce, assume dimensioni leoniane, nel senso di Sergio Leone e dei suoi duelli western sotto il sole. Le due donne si osservano a distanza, si sfidano, rinunciano a bere, a mangiare, ne fanno una questione di vita o di morte. E gli uomini del quartiere spietatamente le usano, arrivano addirittura a scommettere sulle sorti di quel duello. Solo il giovane nipote Nicolò sfugge alle regole feroci e arcaiche del maschio autocrate. Interpretato da un sorprendente Dario Casarolo, individuato dopo un lungo casting nelle scuole di Palermo, il ragazzo è l'unico a entrare in contatto con la nonna, attraverso un rapporto affettuoso e tenero. L'unico a rappresentare un'apertura al mondo. 

Il teatro di Emma Dante è un teatro sociale, che ha a che fare "con le inciviltà del mondo", in cui la famiglia è dolore e l'emarginazione sopravvivenza. Il linguaggio ha la crudezza e le asperità del dialetto siciliano, che trasmette intraducibili sentimenti e umori. Nel film, spesso sottotitolato, il dialetto è anche la barriera che si erge tra la "comunità" di via Castellana Bandiera e gli altri, gli intrusi. Molti degli attori che compaiono nel film appartengono alla compagnia Sud Costa Occidentale, fondata da Emma Dante a Palermo nel 1999. "Cerchiamo di rendere proficuo il nostro disagio palermitano", dice Emma, che evoca con il suo teatro fantasmi della città. È importante vivergli accanto, sentirli. "Per questo motivo non ce ne possiamo andare".

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