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INDUSTRIA Francia

Accordi e disaccordi

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- I 23mi Incontri Cinematografici organizzati dall'ARP a Digione hanno esplorato diversi campi di riflessione, talvolta controversi

Accordi e disaccordi
Frédérique Bredin, President of the CNC

Europa, cronologia dei media, redditività dei film francesi: i 23mi Incontri Cinematografici organizzati dall’ARP (società civile degli Autori-Registi-Produttori) a Digione sono entrati nel cuore dei temi più scottanti. Analisi, accuse, elusioni, non detti, interessi condivisi o divergenti: piccolo bilancio non esaustivo dei dibattiti.

Riguardo all'Europa, se il programma MEDIA crea l'unanimità a suo favore, la Comunicazione Cinema revisionata (leggi l'articolo) ha suscitato mille polemiche. La presidente del CNC, Frédérique Bredin (foto), ha sottolineato che se venisse adottata così come è (rimangono poche settimane di trattative, ndr), la Francia perderebbe tra i 10 000 e i 16 000 posti di lavoro. E il produttore Denis Freyd (Archipel 35) ha espresso il suo timore che tutto ciò "vada solo a profitto delle grosse macchine commerciali che ottimizzeranno i loro costi e delocalizzeranno".

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Presente in sala, Xavier Troussard (leggi l'intervista), il nuovo capo di MEDIA ha sottolineato, fra l'altro, che non bisogna arroccarsi su posizioni difensive come quelle emerse durante le sperimentazioni di uscite day-and-date. Ma proprio su questo punto, le discussioni di Digione hanno evidenziato la forte opposizione di gran parte dei professionisti dell'industria cinematografica francese rispetto a un'evoluzione della cronologia dei media (l'ordine e l'intervallo di messa a disposizione delle opere sui diversi supporti di esercizio a partire dall'uscita in sala: VoD e DVD, pay-tv, tv gratuita, VoD su abbonamento) che il ministro della Cultura, Aurélie Filippetti, vorrebbe rendere più flessibile (in particolare anticipando il VoD per abbonamento). Un affare da seguire...

Quanto a Internet, Rodophe Belmer (direttore generale di Canal+) ha denunciato uno "stato di hosting esorbitante e anacronistico". Secondo lui, questi host "sono nuove forme di editori che sfuggono alle regole della protezione del pubblico giovane, agli obblighi di finanziamento delle opere e a quelli che concernono i settori la cui pubblicità in tv è vietata". Sottolineando anche che lo streaming illegale gratuito è finanziato dalla pubblicità, ha esortato i poteri pubblici ad agire rapidamente e rendere gli inserzionisti responsabili dei luoghi dove pubblicizzano i propri prodotti.

Infine, il tema particolarmente sensibile della redditività dei film francesi ha visto René Bonnell (che presenterà presto un rapporto sulla questione commissionatogli dal CNC) aprire alcune piste di riflessione. "C'è unanimità sui sintomi del crollo dei finanziamenti, ma molte divergenze sui rimedi (...) L'equilibrio macroeconomico non è assicurato in nessun ramo. La produzione, per lungo tempo in leggero profitto, è ora squilibrata. La distribuzione è in una situazione molto pericolosa (...) Per fortuna, il disegno di legge è supportato in modo diverso a seconda degli anni. Siamo a uno stadio in cui bisogna rivedere certi equilibri del finanziamento e far entrare capitali nuovi" conservando il livello attuale di diversità (nel rinnovamento della creazione francese e per l'esposizione delle diverse cinematografie). Sui costi di produzione, "ci sono state derive inaccettabili tenuto conto del fatto che il finanziamento del cinema è sostenuto al 40% da risorse pubbliche o da crediti condizionati. Ci vuole un minimo di solidarietà (...) Non c'è una soluzione miracolo, bensì soluzioni frutto della buona volontà".

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(Tradotto dal francese)

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