email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SIVIGLIA 2013

Un ramo de cactus: Pablo Llorca, il primo dei resistenti

di 

- Nella nuova sezione “Resistenze”, Siviglia ha proiettato l’ultima avventura di questo pioniere, un assolo

Un ramo de cactus: Pablo Llorca, il primo dei resistenti

Se c’è un regista che non teme di trasgredire le regole degli ultimi decenni, questi è Pablo Llorca, l’autore di Giardini pensili. Dopo aver fatto una svolta l’anno scorso per il festival andaluso con il suo penultimo film, Recoletos up and down, non poteva mancare all’appello del festival per la sua nuova sezione, Resistenze. Il nuovo film, Un ramo de cactus, è stato scritto, diretto e prodotto da Llorca – è il suo marchio di fabbrica in quanto pioniere madrileno dell’autogestione, della libertà e delle piccole risorse; tutte caratteristiche che, attualmente, contraddistinguono una generazione di cineasti passati da Siviglia.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

In Un ramo de cactus, Alfonso, un uomo maturo e pieno di contraddizioni proveniente da una famiglia agiata si allontana dai suoi cari per andare a vivere in campagna secondo le sue opinioni politiche, poiché è un anticonformista che vuole vivere solo della sua agricoltura biologica. La nascita di suo nipote lo spinge a prenderlo sotto la sua ala e a inculcargli i suoi principi lontani dal materialismo dominante. La teoria, però, non ha niente a che fare con la realtà della vita.

Pablo Llorca passa così al microscopio una classe sociale a lui ben nota, soprattutto sull’orlo della crisi etica e ideologica attuale, poiché, gli ideali hanno poca rilevanza di fronte a un eccesso di liberalismo che come uno tsunami spazza via tutti i sogni di giustizia, purezza e libertà che hanno alimentato l’immaginario di molte generazioni. Se Alfonso rappresenta la resistenza, suo fratello, capitalista arricchito dalle costruzioni, simboleggia il tipo di comportamento che gode del sostegno di una società vittima del proprio desiderio di ricchezza. Nello stile narrativo naturalista e privo di fronzoli che lo caratterizza, Pablo Llorca affronta anche qui il concetto di trasmissione dei valori di padre in figlio e descrive personeggi vivi quanto quelli che si lamentano di tutto al bistrot all’angolo.

Come ha dichiarato il regista al suo incontro col pubblico del Festival del cinema europeo a Siviglia: “la vita scorre, il dogma resta”. Anche il cinema segue la sua strada, scosso dagli avvenimenti ma, contro i venti e le maree, Llorca resta attaccato alla libertà dei suoi metodi. È una strada che ha scelto spontaneamente da più di vent’anni, semplicemente perché non voleva accettare la subordinazione. In questo Pablo LLorca è davvero il primo resistente. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy