30/01/2014 - Claudio Bisio è un avvocato d'affari senza scrupoli, in una Milano in preda alla crisi finanziaria, che incontra qualcuno peggio di lui: Diego Abatantuono

Licenziare un collega parlandogli delle molteplici opportunità che gli si offrono nel mercato del lavoro. E' la sublime e paradigmatica perfidia di un avvocato d'affari di Milano impersonato da Claudio Bisio nel film di Francesco Patierno La gente che sta bene [+leggi anche:
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scheda film], in uscita oggi con 01 Distribution.

Quest'uomo ai vertici della carriera, che ha tanto di tutto ma ben pochi scrupoli, scorretto con chiunque, con moglie casalinga più intelligente e capace di lui (Margherita Buy) e figli problematici, finisce a sua volta nel mirino a causa del "basso coefficiente di profitto" e, licenziato a sua volta, trova sul suo cammino qualcuno molto più scorretto di lui (Diego Abatantuono). Tratto dall'omonimo libro di Federico Baccomo, autore del fortunato Studio illegale dal quale Umberto Carteni ha tratto un film con Fabio Volo, La gente che sta bene affronta la crisi economica e finanziaria con un misto di pesante ironia e toni drammatici.

"Sono stato colpito da questo tipo di comicità che arriva da un personaggio fondamentalmente cattivo che dice cose agghiaccianti", dice Claudio Bisio nell'incontro di presentazione con la stampa a Milano. Il film sembra perfettamente in sintonia con un tema affrontato dal cinema di tutto il mondo, da Anthony Chen a Ektoras Lygizos. Woody Allen e Scorsese. Dice il regista Patierno: "Nonostante ci siano tante particolarità nostrane (nel film Abatantuono parla di "nuovo modello dell’uomo italiano" per definire gli squali che si muovono nel mondo degli affari), penso che la storia sia fondamentalmente universale. La differenza? Mentre per l’America il sogno consiste nell’arrivare, per l’italiano il sogno risiede nel galleggiare, nell’arrangiarsi. In questo senso, il personaggio di Bisio non vuole stare bene ma convincere gli altri di stare bene. Comunque ho avuto i primi riscontri dalla stampa estera che ha apprezzato il film".

Da un punto di vista drammaturgico, Patierno guarda molto alla fiction tv d'autore nordamericana come Mad Men, Californication e The Office. "Hanno introdotto diversi cambiamenti sostanziali, focalizzandosi sui personaggi e su certi dialoghi in cui anche nei momenti più drammatici c'è spazio per l'ironia. Le serie tv possono contare su scene e dialoghi più lunghi e questo porta a una narrazione più esplicativa. In questo film l’inizio è un po’ più lungo e costruito, in funzione di un ritorno emotivo nel finale".