email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2014 Concorso

Berlinale: Jack impressiona con un’ottima performance

di 

- Il regista Edward Berger affronta con bravura i problemi dell’infanzia e il tema della responsabilità

Berlinale: Jack impressiona con un’ottima performance
Ivo Pietzcker in Jack

Uno dei primi film proposti in concorso alla Berlinale è il ritorno del regista tedesco Edward Berger sul grande schermo dopo un decennio dedicato alle produzioni televisive. Jack [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, storia di un bambino di dieci anni che affronta con testardaggine le sfide della vita, è coinvolgente e presenta al pubblico un impressionante giovane talento, Ivo Pietzcker.

Jack vive con la madre Sonna (Luise Heyer) e il fratello minore Manuel (Georg Arms) in un appartamento a Berlino. È estate, e la famiglia passa le giornate nei parchi cittadini, cantando e giocando. È subito chiaro che le cose nella famiglia di Jack non sono perfette — anzi il contrario. Sonna, festaiola che si butta fra le braccia di tutti gli uomini che attirano la sua attenzione, non riesce a gestire la responsabilità di essere madre di due bambini, ed è Jack a prendersi cura di Manuel, a preparargli i pasti e a sceglierne i vestiti. C’è sempre, e si assicura continuamente che non accada nulla di grave alla famiglia. Ma può un bambino di dieci anni fare le veci di una madre e un padre? Un giorno, un incidente distrugge la famiglia e i servizi sociali portano Jack in una casa famiglia statale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Scritta dal regista e Nele Mueller Stöfen, la sceneggiatura è efficace e libera da azioni insignificanti — è una sceneggiatura che vale il suo protagonista, perché il determinato Jack ha una grande volontà. Ma quanto durerà la forza del bambino prima dell’esaurimento, e quanto a lungo Jack e Manuel vagheranno per le strade e dormiranno nei parcheggi sotterranei prima che la verità venga a galla?

Il titolo del terzo film di Berger è perfetto: Jack è sempre al centro di tutto ciò che accade. Il regista rifiuta di mostrare altri punti di vista, completamente assorbito dalle disavventure del suo eroe. È un modo sincero e validissimo di raccontare i cambiamenti nel mondo emotivo di Jack, e il pubblico si ritrova a seguire il regista come osservatore dell’implacabile e dolorosa maturazione di un ragazzo.

Il film deve molto all’uso della macchina da presa del direttore della fotografia Jens Harant (che gira costantemente all’altezza degli occhi del giovane attore) e all’esplorazione di una calda e colorata Berlino che gli appassionati di cinema presenti al festival potrebbero scoprire fuori dalle sale. Il contrasto tra i verdi parchi e le atmosfere rilassate della città e la cupa esperienza di Jack è forte, e il regista lo sottolinea dando grande attenzione alle reazioni di Ivo Pietzcker. “Il film è pensato per svolgersi sul viso del ragazzo”, dice Berger in un comunicato stampa, e Pietzker dimostra un grande potenziale cinematografico. Nato a Berlino, il promettente attore porta avanti il film da solo, e nessuno potrebbe dirsi sorpreso se Jack fosse solo il primo di una lunga lista di grandi personaggi da lui interpretati.

Dopo l’apertura con The Grand Budapest Hotel [+leggi anche:
recensione
trailer
making of
scheda film
]
di Wes Anderson, il concorso della Berlinale ha mosso un passo sulla strada giusta — grazie a Jack.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy