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BERLINALE 2014 Special Gala

Berlinale: Abile narrazione e ottime performance in The Two Faces of January

di 

- Hossein Amini debutta dietro la macchina da presa con un thriller hitchcockiano con Viggo Mortensen, Oscar Isaac e Kirsten Dunst

Berlinale: Abile narrazione e ottime performance in The Two Faces of January
Viggo Mortensen e Kirsten Dunst in The Two Faces of January

Meglio noto come sceneggiatore di Drive di Nicolas Winding Refn, Le ali dell’amore di Iain Softley (per il quale è stato nominato all’Oscar nel 1998) e di recente 47 Ronin, l’iraniano Hossein Amini fa il suo impressionantedebutto dietro la macchina da presa con The Two Faces of January [+leggi anche:
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, adattamento del romanzo I due volti di gennaio di Patricia Highsmith, proposto in anteprima alla Berlinale. Il thriller à la Hitchcock, ambientato nel 1962, sembra proprio realizzato in quel decennio, e se paragonato a tanti moderni film di genere si rivela molto originale.

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Il film si apre ad Atene, al Partenone, dove il giovane americano Rydel (Oscar Isaac) fa la guida turistica e, sfruttando la conoscenza del greco, anche piccole truffe. Mentre Rydel porta in giro un gruppo, il luogo è visitato da una coppia americana, il cinquantenne Chester MacFarland (Viggo Mortensen) e la più giovane moglie Colette (Kirsten Dunst).

Rydel è inizialmente interessato a Chester, un ricco che gli ricorda il padre, morto di recente, col quale aveva un rapporto difficile, ma presto comincia a guardare la bella Colette, ragione ancora migliore per avvicinarli. I tre passano una bella serata insieme ma tutto cambia la notte stessa, quando scopriamo un altro lato di Chester e un incidente costringe la coppia a fuggire a Creta, con Rydel che li segue per aiutarli.

Per interesse nei confronti di Colette o perché davvero un bravo ragazzo, Rydel si ritrova in situazioni sempre più pericolose, che peggiorano a causa del troppo alcol e dell’avventatezza di Chester. La tensione è ovviamente intensificata dalla posizione di Colette tra i due uomini e dal fatto che la donna scopre per la prima volta di cosa sia capace il marito.

In questo gioco complicato, nessuno partecipa a carte del tutto scoperte, ed è questo a dare al film le sue dinamiche e la sua suspense. Come in un thriller di Hitchcock, l’interesse del pubblico è mantenuto sia con svolte della storia che con personaggi coinvolgenti. MacFarland ha più di due volti, ma non è un cattivo tout-court: la sua confusione e la sua incapacità a gestire i problemi lo rendono sin troppo umano, grazie ad una interpretazione ricca di sfumature di Mortensen, simile a quella di A History of Violence. Isaac riesce a muoversi con delicatezza tra i ruoli del bravo ragazzo e dell’opportunista, spesso contemporaneamente, e la prova controllata di Dunst è la sua arma migliore.

L’abile narrazione e le ottime performance sono sostenute dalla meravigliosa fotografia di Marcel Zyskind in location splendide che, dopo Atene e Creta, includono Istanbul nel finale. Degna di nota è anche la colonna sonora jazz di Alberto Iglesias, che evoca anche qui il meglio dei thriller degli anni ‘60.

The Two Faces of January è co-prodotto dalla inglese Working Title Films, dalla Timnick Films di Los Angeles e da StudioCanal, che cura le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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