email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

EDITORIALE

Il nuovo cinema? È in TV

di 

- Plot complessi e personaggi a tutto tondo: le serie TV drammatiche sono il nuovo cinema. Stanno sorpassando le classiche sitcom della fascia preserale. E se il mercato USA fa da leader, quello europeo si è messo sulla scia, grazie ai soggetti interessanti che ha saputo proporre

Il nuovo cinema? È in TV
Gomorra di Sky Italia

Campo totale di un deserto americano. Sole cocente. Due gruppi si fronteggiano. Le auto lasciate poco lontano. Gli uomini impugnano delle armi. È una scena simile a quella di un western, che fa presagire un epilogo violento. Stacco: siamo ai piedi di un imponente massiccio in Nuova Zelanda; la macchina da presa scivola sulla superficie di un lago cristallino e si ferma davanti a un gruppo di uomini raccolti sulla riva; anche loro sembrano dei bruti, non hanno un’aria particolarmente rassicurante. Le due scene sono talmente impressionanti che sembrano tratte da film per il cinema; invece sono prese da due serie TV: la prima da Breaking Bad, mentre l’altra da Top of the Lake, della regista Jane Campion che, dopo aver lavorato per anni per il cinema, ha deciso di girare una serie TV.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Personaggi ambigui, trame multiple e intrecciate, voci narranti originali; ma soprattutto non ci si preoccupa che lo spettatore possa essersi perso gli episodi precedenti. Le serie televisive moderne sono come un libro che non torna sulle vicende passate e che lascia ai protagonisti ampio spazio di sviluppo. Figure come quelle di Walter White (Breaking Bad), Don Draper (Mad Men), Dexter Morgan (Dexter) o Nicholas Brody (Homeland) erano fino a qualche anno fa impensabili, dal momento che sono uno spacciatore di metamfetamine, un pubblicitario alcolizzato, un serial killer e un soldato americano sospettato di terrorismo.

Jane Campion, Netflix e la vita che continua anche dopo Breaking Bad
“Non solo gli americani, anche noi diamo grande importanza allo stile distintivo di un autore,” dice Caroline Torrance, produttrice e direttrice del settore Fiction di BBC Worldwide, divisione dell’inglese BBC. Torrance ammette che senza i fondi di finanziamento e le cooperazioni internazionali, non sarebbe possibile far fronte alle maggiori aspettative del pubblico e ai costi elevati delle produzioni di qualità. Ad esempio BBC Worldwide realizza molte produzioni in collaborazione con PBS, la televisione pubblica statunitense. Top of the Lake invece è stata prodotta dalla BBC in cooperazione con Screen Australia, Screen New South Wales, il New Zealand Screen Production Incentive Fund (SPIF) e un produttore australiano.

A Campion, la regista, è stata lasciata la massima libertà creativa; un aspetto che accomuna diverse produzioni di qualità. Lo sceneggiatore Beau Williams afferma di non aver subito nessun tipo di ingerenza quando ha ideato House of Cards, serie che ha riscosso grande successo e che è stata “trasmessa” in streaming da Netflix, la videoteca online. Netflix ha elargito 100 milioni di dollari per finanziare le due stagioni della serie; una cifra che il gigante dei video on demand è già in grado di recuperare soltanto con le vendite internazionali.

Le serie di qualità possono fare molto per l’economia locale. Questo aspetto non è sfuggito allo Stato federale del New Mexico che ha messo mano al portafogli per portare Breaking Bad nel Southwest. Albuquerque ha goduto per anni dei benefici legati ai lavori sul set e del viavai di appassionati in visita ai luoghi in cui era ambientata la serie. Ora ci si attende che lo spin off Better Call Saul ricominci a far girare un po’ di soldi e, per continuare con la tendenza attuale, che un numero sempre maggiore di serie venga realizzato fuori dalla California. Se nel 2005, infatti, l’89% di tutte le serie TV statunitensi era prodotto in California, nel 2012 la percentuale è crollata al 37%. Per i produttori le agevolazioni fiscali e gli incentivi sono sempre più spesso un criterio importante per la scelta dei luoghi delle riprese poiché alleggeriscono in modo considerevole il budget necessario, soprattutto in caso di serie particolarmente costose. E le riduzioni di cui si può beneficiare oggi in California non sono allettanti quanto le offerte degli uffici fiscali degli altri Stati.

I soggetti europei: omicidi e mafia
In Europa la situazione è leggermente diversa, perché qui le coproduzioni tra emittenti sono del tutto normali. A questo proposito, occorre menzionare l’incredibile successo che hanno ottenuto negli ultimi anni le produzioni danesi: The Killing, Borgen e The Bridge. “Non è possibile imporre la qualità, è sempre anche un po’ una questione di fortuna,” dice Piv Bernth, direttrice di produzione dell’emittente televisiva statale danese. Inoltre afferma che il 90% del budget delle serie proviene generalmente dall’ente radiotelevisivo statale, il resto da fondi di finanziamento. Se al tavolo decisionale sedessero troppi produttori, questo andrebbe a discapito del prodotto. Che i danesi siano ormai considerati ideatori di serie TV di rango internazionale, lo dimostra il fatto che gli USA hanno subito realizzato dei remake di The Killing e di The Bridge (The Bridge America). Ma anche con la serie drammatica I Borgia (dell’inventore del romanzo per la TV, Tom Fontana) gli europei hanno dato prova di saper tenere testa agli americani. La serie è stata girata con il loro supporto e, in seguito, è stato realizzato un progetto “made in USA” concorrente intitolato Borgia.

Continuando ad analizzare l’ambito europeo si nota che la Germania, ad esempio, partecipa alle serie europee generalmente come cofinanziatore. Spesso i redattori delle emittenti non hanno abbastanza coraggio per puntare su soggetti tedeschi. Weißensee è l’unica serie ad aver ottenuto eco internazionale, dice la produttrice Regina Ziegler. Questa storia alla “Romeo e Giulietta” che si svolge nella DDR (RDT) degli anni ottanta, ha riscosso molto successo ed è stata venduta in Russia, Asia e perfino negli USA. Ma per ora non si tratta che di un’eccezione per la Germania. In Italia invece spesso ci si basa su temi ispirati alla storia europea attuale per creare soggetti di successo. Romanzo Criminale è la seconda serie di fiction commissionata da Sky Italia ed è la trasposizione filmica del libro del giudice Giancarlo de Cataldo. La serie è ambientata in Italia tra il 1977 e il 1989, durante gli anni di piombo. È la storia della bandadella Magliana che è riuscita a imporre un monopolio quasi completo sull’eroina venduta nelle piazze romane. Anche in questo caso è chiaramente riconoscibile una narrazione tipica del cinema che si concentra molto sui personaggi principali.

Un’altra serie prodotta da Sky Italia è Gomorra, tratta dall’omonimo libro di Roberto Saviano. Il soggetto, già utilizzato per un film, è ora diventato una serie che è stata presentata al MIPCOM di Cannes ed è stata venduta in tutto il mondo. Emittenti tedesche, olandesi, inglesi e sudamericane hanno spinto al rialzo. Gomorra è per stomaci forti: con immagini estremamente brutali racconta la guerra tra bande mafiose. Molte scene sono state girate direttamente a Scampia, un quartiere afflitto dal degrado sociale. Si tratta di una promettente trasposizione di un tema profondamente europeo.

Ma, nonostante questi esempi eccellenti, per quanto riguarda le grandi serie di qualità l’Europa è ancora indietro rispetto al mercato televisivo americano. Per accorciare le distanze sono state introdotte le prime misure che intendono rilanciare la produzione di serie europee di qualità: l’European TV Drama Series Lab dell’Erich Pommer Institut in cooperazione con Media X Change, ad esempio; oppure il corso di laurea internazionale SERIAL EYES dell’Accademia tedesca per il cinema e la televisione di Berlino (Deutsche Film- und Fernsehakademie Berlin), in collaborazione con la London Film School e, non per ultimo, lo Script Lab RACCONTI della BLS. Con questi programmi non si intende solo formare professionisti creativi ma anche motivare le emittenti europee a trovare il coraggio, nell’ideazione delle serie, di intraprendere nuove strade per raccontare la storia e le storie europee.

L'articolo è tratto da Take #4 Magazine per gentile concessione del BLS Sudtirol Alto Adige 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy