email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

TORONTO 2014 Svizzera

Iraqi Odyssey, cronaca familiare di un sogno infranto

di 

- Samir, una delle personalità più versatili del cinema svizzero, presenta al Festival di Toronto il suo ultimo documentario (in 3D), Iraqi Odyssey

Iraqi Odyssey, cronaca familiare di un sogno infranto

Samir, regista e produttore svizzero iracheno conosciuto per i suoi lavori unici che spaziano dalla fiction al documentario fino al cinema sperimentale, presenta quest’anno in prima mondiale al Festival di Toronto (TIFFDocs) Iraqi Odyssey [+leggi anche:
trailer
intervista: Samir
scheda film
]
, ritratto della sua straordinaria famiglia e specchio di un’intera nazione. 

L’ultimo film di Samir ripercorre ancora una voltala storia del suo paese natale, l’Iraq, ma questa volta, invece di concentrarsi su di un soggetto specifico, come è stato per il pluripremiato Forget Baghdad, si prefigge l’obiettivo ambizioso di dipingere il destino di un intero popolo, troppo spesso incompreso, rigettato, stravolto da un estremismo religioso che sembra averne divorato l’anima. Attraverso la storia, incredibile ed appassionante, della sua famiglia sparsa per tutto il mondo (Abi Dhabi, Auckland, Sydney, Los Angeles, Buffalo, Londra, Parigi, Mosca e Zurigo), Samir porta alla luce un’altra faccia dell’Iraq, allo stesso tempo progressista e fiero della sua storia. “In quanto regista ho finalmente realizzato che la mia storia familiare rappresenta un’intera generazione e un intero progetto: il progetto della modernità”, spiega il regista. Ancora una volta Samir fa tesoro delle sue origini, della sua conoscenza tanto dell’occidente quanto dell’oriente, della sua visione a 360 gradi sul mondo, e ci spinge a superare le nostre paure che si esprimono attraverso una serie di stereotipi sicuramente rassicuranti ma soprattutto estremamente pericolosi. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Iraqi Odyssey cerca di colmare il fossato che si è progressivamente creato fra la cultura occidentale e il mondo arabo rimettendo in prospettiva una storia completamente dimenticata, fatta allo stesso tempo di radici arabe, di progresso tecnologico e di democrazia. Come una sorta di entomologo Samir vuole mettere sotto formaldeide, prima che sia troppo tardi, i sogni distrutti di modernità di un intero popolo. Iraqi Odyssey pone una domanda fondamentale: dove è finito il desiderio di rinascita del mondo arabo, il bisogno profondo di ottenere una società moderna e giusta? Dov’è finita la rabbia e la forza che viveva negli occhi dei suoi familiari pronti a lottare con tutte le loro forze per una società laica? Se non è possibile dare una risposta a queste domande, ciò che si può invece fare è cercare di ricostruire il loro sogno.

Attraverso la storia fatta d’emigrazione della famiglia del regista che si estende per più di mezzo secolo, Iraqi Odyssey rendeun omaggio commovente a tutto un popolo che invece di veder trionfare i propri ideali di libertà deve arrendersi a una realtà a tratti terrificante, fatta di dittature, guerra ed occupazione straniera. Sebbene i suoi parenti siano riusciti, grazie proprio alla loro cultura e alla loro mentalità progressista, ad integrarsi perfettamente nel loro paese d’adozione e a costruirsi la vita che desideravano, la frustrazione dovuta al fatto di dover rinunciare al loro paese li accompagnerà per sempre. Samir parte dalla vita di ognuno di loro, dalle sensazioni e dai ricordi dei superstiti di un’epoca tanto affascinante quanto tormentata, per (ri)creare una storia dell’Iraq umile e straordinaria allo stesso tempo. Un progetto sicuramente ambizioso ma creato con tale sincerità e profondità da trasformarlo quasi in un’evidenza. 

Iraqi Odyssey è venduto nel mondo da Autlook Filmsales.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy