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SAN SEBASTIAN 2014 Nuovi registi

War, l’eco rabbioso tra le Alpi

di 

- Il giovane regista svizzero Simon Jaquemet ha presentato al Festival di San Sebastián il suo primo e solido lungometraggio

War, l’eco rabbioso tra le Alpi

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intervista: Simon Jaquemet
scheda film
]
, di Simon Jaquemet, presentato in prima mondiale al Festival di San Sebastian, è un grido violento e senza concessioni, una colonna sonora distorta che accompagna un mondo adolescenziale alla deriva. Con la sua opera prima il promettente regista svizzero compone un seducente inno alla ribellione, una fuga rischiosa ma rigenerante da una società claustrofobica e standardizzata. 

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Matteo ha quindici anni e la sue esistenza scivola via tra monotonia e l’incomprensione dei genitori. Un ragazzo apparentemente fragile, inghiottito da un mondo di adulti che non capisce e dal quale vorrebbe fuggire. La realtà si liquefà in un mare di incertezza, niente è come dovrebbe essere e nessuno sembra riuscire a svegliare Matteo dal suo torpore inquietante. In un tentativo disperato di fuggire da una padre autoritario e oppressivo, il giovane protagonista scappa nei boschi portando con sé il suo giovanissimo fratello. Il suo atto disperato ha delle conseguenze drammatiche che lo portano a trascorrere i quattro mesi successivi lontano dal mondo, intrappolato tra le montagne, in una sorta di prigione dominata da aguzzini senza scrupoli. La punizione inflitta è radicale, violenta e disumana anche se, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, dietro le tenebre si nasconde una luce accecante. La sua è una redenzione attraverso la sofferenza che lo porta a riscoprire il suo lato umano, in modo brutale, viscerale. Matteo è accompagnato in questo cammino quasi mistico da tre giovani adolescenti: Anton, il capogruppo, personaggio imprevedibile dai frequenti scatti di ira, Dion, immigrato serbo dal forte temperamento e Alina, sorta di Giovanna D’Arco dal look skinhead. Prima di guadagnare la fiducia e il rispetto tanto desiderati, Matteo è umiliato e ridicolizzato fino al limite estremo. Questa “via crucis” inizialmente inspiegabile si rivela per lui una sorta di vero e proprio cammino iniziatico verso la scoperta del proprio io profondo. Insieme, i quattro adolescenti formano una nuova famiglia “artificiale”, un universo parallelo dove la violenza si trasforma in affetto e i sentimenti affiorano dietro un muro di cemento.

Simon Jaquemet mette in scena dei ragazzi in guerra, contro una società che non offre più niente se non un condensato superficiale di codici di condotta, ma anche e soprattutto contro se stessi. Il loro è un violento grido di protesta, un modo feroce e sensuale per dire che esistono. Quella di Matteo e i suoi compagni è una rivincita contro un mondo che li vorrebbe sottomettere rendendoli inoffensivi, omologati. War indaga con coraggio il lato oscuro dell’adolescenza, il sentimento seducente che si prova ad andare oltre il limite, sicuri di spuntarla, sempre. Simon Jaquemet crea un universo esteticamente affascinante dove la grandezza della natura, delle montagne, riflette lo stato d’animo tormentato dei protagonisti. In War la natura è selvaggia, pericolosa e seducente, amica e al contempo nemica, una sorta di sirena ammaliante che può portare alla deriva. Questo sentimento di inquietudine legato alla natura si trasforma in metafora stessa del tormento di Matteo che trova nel suo nuovo rifugio alpestre una famiglia sostitutiva, uno scopo per continuare a vivere. Simon Jaquemet mette in scena un’altra faccia della gioventù, svizzera ma non solo, attraverso una storia cruda e crudele dove il premio per aver affrontato i propri demoni interiori è la redenzione. Sublime.

War è prodotto da Hugofilm Productions e Schweizer Radio und Fernsehen e venduto da Picture Tree International

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