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FILM Belgio / Messico

Lucifer, un film misterioso e circolare

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- Il film di Gust Van den Berghe vincitore di Tallin è una storia religiosa e circolare, che utilizza la nuova tecnologia Tondoscope

Lucifer, un film misterioso e circolare

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, film vincitore del concorso internazionale del Tallinn Black Nights, il regista belga Gust Van den Berghe ha completato la sua trilogia di film bizzarri a tema religioso che comprende Little Baby Jesus of Flandr [+leggi anche:
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. Stavolta, la stranezza è nel formato del film, realizzato con la nuova tecnologia Tondoscope: la forma dell'immagine è un cerchio, e se ha un forte legame col tema del film, può però risultare sgradevole agli spettatori, giacché lo spazio del film è soltanto nella sezione centrale dello schermo.

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Il plot, tratto dalla pièce omonima dell'olandese Joost van den Vondel del 1654, è molto semplice e divisa in tre capitoli: Paradiso, Peccato e Miracolo. Nella strada dal paradiso all'inferno, Lucifer (un convincente e diabolico Gabino Rodriguez) passa per un villaggio messicano prossimo al più giovane vulcano del mondo, il Parícutin (che offre anche numerosi riferimenti religiosi). Lì incontra prima l'anziana pastora Lupita (María Toral Acosta) e la nipote Maria (Norma Pablo), che gli parla della malattia del fratello di Lupita, Emanuel (Jerónimo Soto Bravo): il 60enne non riesce ad alzarsi né a camminare. 

Emanuel mente sulla malattia, affinché Lupita non abbia sospetti su gioco d'azzardo e alcol. Lucifero coglie l'occasione e finge di aver curato Emanuel sussurrandogli in un orecchio di sapere della bugia. La famiglia organizza una festa per il villaggio, chiamando i malati affinché vengano curati da colui che si professa 'un angelo'. Lucifero finisce a letto con Maria e, senza aver compiuto alcun miracolo prima di sparire, fa dubitare tutti gli abitanti (e in particolare la religiosissima Maria) della loro fede.

La tecnica Tondoscope, sviluppata dall'abituale direttore della fotografia di Van den Berghe, Hans Bruch Jr, prevede che la macchina da presa venga posta sopra un'emisfero a specchio. Ha dei predecessori nella storia della fotografia e del cinema, come la lanterna magica e il dagherrotipo. In termini tematici ha di certo senso pensare alle prime rappresentazioni della Terra come un disco, o del paradiso e dell'inferno, come quelli di Dante o di Hieronymus Bosch nel famoso I sette peccati capitali, che appartiene alla pittura rinascimentale su tondo.

E in effetti le figure al centro del fotogramma sembrano più distanti da quelle ai bordi, e, nei campi lunghi, il terreno e le persone sono distorte e occupano lo spazio esterno del cerchio, mentre il cielo è al centro – con l'inevitabile buco nero come un oblò – rendendo allo spettatore più semplice l'interpretazione filosofica del film, in qualsiasi modo desideri. 

A livello cinematografico, il titolo supera la semplice (e moralistica?) storia con potenti scene come quella nella quale Lupita, distrutta dalla colpa, si unisce ad un gruppo di prigionieri la cui penitenza è camminare in ginocchio intorno al vulcano, fino a quando uno di loro muore, e gli altri saranno assolti e liberati.

La scena ricorderà sicuramente Battle in Heaven [+leggi anche:
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intervista: Carlos Reygadas
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di Carlos Reygadas, e questo non stupisce, dato che il rivenditore messicano d'essai NDM detiene i diritti internazionali di Lucifer, co-prodotto con la belga Minds Meet e le messicane Películas Santa Clara e Mantarraya Producciones. 

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(Tradotto dall'inglese)

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