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BERLINALE 2015 Spagna

Coixet guida lo sbarco spagnolo alla 65ma Berlinale

di 

- La coproduzione Nobody Wants the Night guida una rappresentanza nazionale che va dal documentario gastronomico ai film a margine dell’industria

Coixet guida lo sbarco spagnolo alla 65ma Berlinale
Juliette Binoche in Nobody Wants the Night (©Leandro Betancor)

Isabel Coixet inaugura oggi il concorso della Sezione Ufficiale del Festival di Berlino, e nessun cineasta spagnolo lo aveva fatto finora: Nobody Wants the Night [+leggi anche:
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intervista: Isabel Coixet
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, un viaggio emozionale in terre gelate, è una coproduzione tra Francia, Bulgaria e Spagna, con un cast internazionale, girato in inglese e le cui vendite mondiali sono affidate a Elle Driver (leggi la news). Ma questo non è l’unico film che metterà l’impronta spagnola sulla manifestazione, giacché nella sezione Forum si potrà vedere Sueñan los androides [+leggi anche:
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, versione personale di Blade Runner realizzata da Ion de Sosa, chiara dimostrazione dell’effervescenza del cinema spagnolo in tempi di crisi economica, ma non creativa. Inoltre, in Culinary Cinema, prima mondiale per il documentario Jerez & el misterio del Palo Cortado [+leggi anche:
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, firmato da José Luis López Linares e prodotto da Antonio Saura, un lavoro che rivendica un vino dimenticato.

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Lotterà per l’Orso d’oro anche The Pearl Button [+leggi anche:
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, documentario di Patricio Guzmán – a partecipazione spagnola (Mediapro), cilena e francese – girato in Patagonia seguendo la scia narrativa dell’affascinante Nostalgia de la luz (2010). Un altro documentario, Cooking Up a Tribute [+leggi anche:
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, con i fratelli Roca, proprietari del celebre ristorante El Celler de Can Roca, e diretto da Luis González e Andrea Gómez, omaggia, dalla sezione Culinary Cinema, le cucine latinoamericane.

E sempre in Forum è presentato El complejo del dinero [+leggi anche:
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di Juan Rodrigáñez, film basato sul romanzo omonimo del 1916 scritto da Franziska von Reventlow, ambientato in Estremadura e girato in modo assolutamente libero. Così, i due poli dell’attuale panorama cinematografico spagnolo si affiancano alla Berlinale: da un titolo di oltre sei milioni di euro (Coixet), a pellicole autogestite e di budget basso (De Sosa e Rodrigáñez).

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(Tradotto dallo spagnolo)

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