Annaud: "La tecnologia va messa al servizio della narrazione"
- Il regista francese ha presentato a Bari L'ultimo lupo e tenuto un master class dove ha sottolineato la sua passione per i nuovi linguaggi visuali
"Il sistema 3D trasforma il regista in uno scultore, ma dev'essere al servizio della narrazione. E' stato utilizzato per colpire lo spettatore con grandi effetti nelle scene d'azione mentre in realtà è un sistema di ripresa molto efficace per le scene di prossimità, per dare emozione ad un oggetto minimale. L'ho scelto per L'ultimo lupo [+leggi anche:
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scheda film] soprattutto per creare maggiore intimità con gli animali, soprattutto i cuccioli, per meglio coinvolgere lo spettatore in un sentimento di condivisione delle emozioni dei lupi". Così il regista francese Jean-Jacques Annaud, che ha ricevuto il Platinum Award dalla Fipresci al Bif&st di Bari e tenuto un master class in cui ha ribadito la sua passione per la tecnologia e i nuovi linguaggi visuali.
L'originalità creativa nelle tematiche e nel linguaggio cinematografico sono da sempre alla base delle sue produzioni, fin dall'opera prima, Bianco e nero a colori del 1976, che gli valse l'Oscar per la miglior pellicola straniera.
Il suo cinema però non ha mai interessato i produttori francesi, che "sembrano avere una particolare avversione nei miei confronti". Questo lo ha spinto a realizzare i suoi film in giro per il mondo, incontrando il favore del grande pubblico. Annaud ha sempre mostrato una particolare predilezione per le emozioni degli animali, "per ritrovare - spiega - il comportamento dell'uomo: dobbiamo capire qual è l'animale che è in noi e come addomesticarlo".
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