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CANNES 2015 Semaine de la critique

Les Deux Amis: in principio era il cinema

di 

- CANNES 2015: Louis Garrel si lancia con passione, tenerezza e integrità nella regia, e ci trasporta in questa avventura gioiosa e selvaggiamente toccante

Les Deux Amis: in principio era il cinema
Louis Garrel, Golshifteh Farahani e Vincent Macaigne in Les Deux Amis

Ci hanno ben intrattenuti, i Garrel padre e figlio, durante questo 68mo Festival di Cannes: mentre il padre, Philippe, ha aperto la Quinzaine con il delizioso L'Ombre des femmes [+leggi anche:
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, il figlio, Louis, ha presentato il suo primo lungometraggio dietro (e davanti) la macchina da presa alla Semaine de la critique, fuori concorso ovviamente – perché Les Deux Amis [+leggi anche:
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, che tocca lo stesso genere di fibra intima, con in più la freschezza e l’entusiasmo della sua giovinezza, centra il bersaglio, e lo fa senza ombra di dubbio, a giudicare dalle risate degli spettatori del festival durante la proiezione e i loro larghi sorrisi all’uscita della sala, in alcuni casi accompagnati da una lacrimuccia di tenerezza e felicità.

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Di sicuro Louis Garrel si è formato in una buona scuola,ma restacomunqueun giovane regista che si concede con integrità, serietà, pudore, passione – uno sguardo sincero e luminoso che ritroviamo in quello che Abel, suo personaggio nel film, volge al suo grande amico Clément (Vincent Macaigne) e a Mona (Golshifteh Farahani), la ragazza in libertà vigilata di cui quest’ultimo si è perdutamente innamorato quando l’ha vista ridere dietro la cassa di un fornaio, e con cui i nostri due stupidoni (Abel sembra il più "responsabile" dei due solo perché Clément, figurante di cinema che dà consigli al regista e si taglia periodicamente le vene come ricatto affettivo, è un vero disastro, tanto affascinante quanto irrecuperabile!) vivranno una specie di Vacanze romane tristi, tra perdenti – e tra la Gare du Nord, camere sinistre (di servizio e d’ospedale) e rade poco brillanti – senza che l’avventura sia per questo meno meravigliosa.

Les Deux Amis, filmato in modo molto gradevole e ricco, senza alcuna pesantezza, con graziosi riferimenti al cinema con cui Louis Garrel è cresciuto, come persona e come attore – la scena delle riprese che ricostruiscono gli scontri del maggio 68 è un’allusione alla sua filmografia, dice –, è pieno di spontaneità comunicativa e gioiosa, con una franchezza rinfrescante, da una sceneggiatura meticolosa scritta da Garrel con Christophe Honoré. Questa naturalezza si ritrova nella simbiosi tra i due amici Abel e Clément, che ne fanno di tutti i colori come dei bambini, penosi ma così sfrenati da ritrovarsi in cella. Anche lì, la loro amicizia è talmente sincera che non si lasciano scoraggiare, utilizzano la telefonata che hanno di diritto per chiamare le ragazze e si rannicchiano l’uno accanto all’altro in attesa che vengano liberati.

E poi c’è la bella e sensuale Mona, che vive un po’ fuori dai circuiti, come loro, forse di più, benché non stia lì a lamentarsi tutto il tempo come quel bambinone egoista di Clément. In effetti, il rapimento di cui è vittima si trasforma in una nuova evasione in cui emergono la sua insolenza divertita, la sua tenerezza e la sua sensualità, che scopriamo nel raccoglimento di una chiesa… Il suo fascino irresistibile, creando un triangolo tra i personaggi del film, porterà anche a una vera rottura dell’amicizia, quasi da un momento all’altro, così come da un momento all’altro si può far pace scoppiando a ridere per una semplice battuta. Nella facilità con cui Louis Garrel esprime questa cosa al contempo piccola ed enorme, si riconosce certo l’eleganza paterna, ma la fa sua con un’umiltà e una generosità talmente sorprendenti da essere del tutto consapevoli, guardando il film, di aver davanti un giovane cineasta pieno di promesse. Perché ci sono poche cose tanto emozionanti quanto un film che riesce a rendere tutta la sua profondità e la sua umanità con leggerezza.  

Les Deux Amis è prodotto da Les Films des Tournelles e coprodotto da Arte France Cinéma. Le sue vendite internazionali sono guidate da Indie Sales.

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(Tradotto dal francese)

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