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TRIESTE 2016

Nessuno è profeta in Patria

di 

- Il film in concorso del belgradese Oleg Novković è il secondo di una trilogia sulla "lost generation" dei Paesi dell’ex Jugoslavia

Nessuno è profeta in Patria
Vuk Kostić e Nada Šargin en Patria

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si apre con l’immagine in bianco e nero di un banchetto in occasione della Pasqua nel Kosovo, subito prima della guerra del 1996. Alla tavola imbandita sul prato siede una famiglia numerosa, composta da genitori, fratelli, figli, nipoti e cognati, ai quali si sono aggiunti i vicini di casa, presumibilmente di religione islamica. Tempo dopo inizierà la follia della lotta armata indipendentista e della pulizia etnica. Vediamo uno dei membri di quella famiglia che torna a casa in divisa e verificato l’eccidio di tutta la famiglia si dirige, pistola alla mano, verso casa dei vicini…

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Oleg Novković, filmmaker tra i più noti di Belgrado, con 4 lungometraggi e 30 documentari al suo attivo, ha firmato con Patria la seconda parte di una trilogia iniziata nel 2010 con White, White World [+leggi anche:
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 sulla "lost generation" dei Paesi dell’ex Jugoslavia. Se White, White World era congegnato come una moderna tragedia greca, Patria si articola come il tentativo individuale e collettivo di emergere da un calvario, da quella che la Genesi della Bibbia chiama la lotta di Giacobbe con Dio. Una lotta senza esclusione di colpi. Una lotta nella quali le ingiustizie si fanno insostenibili, e la vita perde la sua direzione e il suo senso.

Difficile capire per chi non abbia vissuto direttamente la barbarie, l’efferatezza e la disumanità dei conflitti balcanici, e nonostante l’argomento sia (drammaticamente) diventato nel cinema europeo quasi un genere a sé stante, con significativi contributi, da No Man’s Land [+leggi anche:
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. La sceneggiatura di Patria, firmata dalla compagna del regista, Milena Markovic, sceglie la strada di una evocativa metafora religiosa, nella quale spicca il simbolico agnello sacrificale. Jova (Vuk Kostić), che abbiamo conosciuto all’inizio del film, è ora un veterano di guerra che dopo essersi ritirato in convento torna alla vita, sempre alla ricerca di Dio. La sua ex moglie Maca (Nada Šargin), che ha perso il suo bambino durante la guerra civile e detesta quelli che non meriterebbero di procreare. Maca cerca il riscatto nella preghiera, mentre  Jova crede di aver trovato Dio in una giovane ragazza autistica.

Prodotto da West End con la tedesca Ostlicht FilmproduktionPatria è approdato al concorso del Trieste Film festival dopo essere stato presentato al Festival di Varsavia.

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