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CANNES 2016 Concorso

Mal di pietre: la ricerca febbrile dell’amore assoluto

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- CANNES 2016: Nicole Garcia presenta un film dal fascino un po’ desueto ma efficace, e offre un ruolo d’oro a Marion Cotillard

Mal di pietre: la ricerca febbrile dell’amore assoluto
Álex Brendemühl e Marion Cotillard in Mal di pietre

No, il cinema d’autore di alto livello dei nostri tempi non è solo effetto boomerang, immersioni profonde, lustro scintillante, narrazione stravagante e sperimentazione di generi. Come dimostra anche nel suo stile personale il venerabile Ken Loach, l'arte della messa in scena si adatta molto bene anche a ricette classiche, a condizione che ci siano un’ottima storia, sincerità e un interprete di talento. E’ esattamente il caso di Mal di pietre [+leggi anche:
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di Nicole Garcia, proiettato in competizione al Festival de Cannes, una partizione orchestrata in modo impeccabile dalla regista nel rispetto dei canoni di un melodramma dal finale straziante sul destino di una donna alla ricerca disperata dell’amore totale nella provincia francese degli anni ‘50 e ‘60. Una figura femminista toccante adattata dal romanzo "Mal di pietre" di Milena Agus e che Marion Cotillard fa sua in una nuova performance della sua carriera sulla quale plana l’ombra della fatalità. 

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"Non vi dico bugie, è malata. Sono i nervi. Non è pazza. Ha bisogno di un uomo nella sua vita". E’ così che la madre di Gabrielle offre a José (incarnato alla perfezione da Alex Brendemühl), un lavoratore stagionale catalano esiliato della campagna francese del Sud, la mano di sua figlia maggiore Gabrielle, col supporto di una dote. Non avendo scelta tra il matrimonio e l’internamento a Marsiglia, la giovane donna accetta, in uno scambio di promesse alquanto particolare: "Non andrò a letto con voi, non vi amerò mai", "Neanche io vi amo". C’è da dire che Gabrielle è esaltata e repressa a livelli francamente preoccupanti per la sua famiglia piccolo borghese, offrendosi all’insegnante del villaggio per mezzo di una lettera focosa e sfrontata ("la cosa principale: voi entrate in me") e scuotendolo in pubblico dopo il suo rifiuto imbarazzato, prima di fuggire e sprofondare nel sonno in un fossato dove viene ritrovata l’indomani mattina.

La curiosa coppia si installa quindi a La Ciotat, in riva al mare, senza che il divario sentimentale e sessuale che li separa venga mai colmato, tranne un’unica volta, per pura curiosità e senza alcun piacere. Ma mandata sulle Alpi a curarsi per dei calcoli renali, la malinconica Gabrielle troverà finalmente sfogo alla sua passione febbrile incontrando fuggivamente un altro paziente, André Sauvage (Louis Garrel), tenente di ritorno dalla guerra d’Indocina con gravi problemi di salute. Consumata d’amore, Gabrielle conoscerà successivamente le più grandi speranze ossessive, le più crudeli disillusioni e la rassegnazione di una nascita, sempre affiancata dal suo sposo laconico e affettuoso che soffre in segreto per la situazione. Ma 17 anni dopo (un epilogo che si ricollega al flashforward che apre il film come un teaser), arriva la tempesta...

Sceneggiato solidamente dalla regista con Jacques Fieschi e Natalie Carter, Mal di pietre progredisce in maniera talvolta un po’ troppo spigolosa e il personaggio del tenente non ha lo spazio sufficiente per raggiungere la stessa profondità degli altri due protagonisti, ma la giustezza del ritratto della solitudine e della condizione interiore di una donna strabordante di sentimenti ha la meglio su qualche difetto di un film diretto con una bella fluidità e con sereno accademismo. Un’eleganza discreta e decisa che lascia spazio ai tumulti di un cuore, di un corpo e di uno spirito affamati d’amore e di assoluto.

Le vendite internazionali di Mal di pietre sono affidate a StudioCanal che lancerà il film in Francia il 19 ottobre.

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(Tradotto dal francese)

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