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The Open: Trovare uno scopo in un'epoca di estinzione
- Il regista emergente Marc Lahore combina un mondo post-apocalittico con un dramma sportivo, creando un fantasioso racconto di sopravvivenza
Il regista emergente Marc Lahore è riuscito a ultimare il suo primo lungometraggio, The Open, con una troupe di nove elementi, esempio coraggioso di produzione a micro-budget, tendente al cinema fai da te. The Open, in pratica uno spin-off della scena finale di Blow-up di Michelangelo Antonioni, rappresenta un crossover idiosincratico tra un racconto post-apocalittico e un dramma sportivo. Mentre il primo inquadra l'ambientazione della storia, il secondo serve da strumento di sopravvivenza.
Una tennista professionista, Stéphanie, e il suo allenatore, André, vagano per la campagna disabitata. André, allenatore iperprotettivo ma determinato, cattura un guerrigliero, Ralph, al fine di farlo diventare un compagno di allenamento di Steph. Questo singolo atto di follia - per come la vede Ralph, che ha assistito, e forse anche partecipato, agli eventi raccapriccianti della guerra mondiale - comincia a dare lentamente senso alla sua vita.
L'opera prima di Lahore è una parabola umanistica, in cui racchette da tennis di fantasia, senza corde e senza palle, si trasformano in un bisogno di sopravvivenza, sia mentale che fisico. L'obiettivo di arrivare alle finali delle Roland Garros immaginarie diventa il fattore trainante dietro la loro volontà di andare avanti, anche dopo che tutto il resto ha cessato di avere un senso e ogni prospettiva futura è scomparsa.
Sostituendo paesaggi urbani desolati con vedute di natura incontaminata, ribattezzata con i nomi dei più grandi giocatori di tennis, il regista racconta una storia esistenzialista intima e assurda, che ci si aspetterebbe dalla New Wave greca. Lahore, come direttore della fotografia, unisce abilmente la fotografia della natura, evocando il trascendentalismo, alla qualità cinematografica del movimento del corpo durante il tennis, simbolo di determinazione finale. Il risultato è una rivisitazione minimalista in chiave Andre Agassi de La Strada di Cormac McCarthy.
The Open è prodotto da Village42 e co-prodotto da Bruit Blanc, Ring Ring Ring, Rubykub Films e Studio KGB. Rubykub Agency e Village42 sono i distributori.
(Tradotto dall'inglese)
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