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LOCARNO 2016 Concorso

Jeunesse, un'epopea gloriosa di un uomo comune

di 

- LOCARNO 2016: Il primo lungometraggio di finzione di Julien Samani ci spinge verso il largo, a bordo di un immenso battello immaginario dove l'idea stessa di umanità è messa alla prova

Jeunesse, un'epopea gloriosa di un uomo comune
Kévin Azaïs in Jeunesse

Dopo il documentario La peau trouée del 2004, un ritratto magistrale di pescatori di squali in Irlanda, il regista francese Julien Samani decide di prendere nuovamente il largo a bordo di un'imbarcazione immensa, popolata da personaggi al contempo eterei e estremamente carnali, pacati e violenti, nel suo primo lungometraggio di finzione, Jeunesse [+leggi anche:
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, in concorso al 69. Festival del Film Locarno.

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Zico (Kévin Azaïs), il protagonista, non sopporta più il suo quotidiano monotono nella per lui fin troppo tranquilla Le Havre. I suoi sogni lo spingono lontano, molto lontano, ed è per questo che decide di imbarcarsi su un cargo verso una meta geograficamente incerta, dal profondo valore simbolico. Il viaggio come simbolo di rinascita e di ricerca di se stessi, un moto perpetuo dove quello che conta non è la destinazione ma l'intensità del momento presente. Il mare, specchio infinito dove incontrare il proprio io profondo, fa da cornice (e prigione) ad un'avventura umana stravolgente durante la quale perdersi per poi ritrovarsi. Il viaggio permetterà a Zico di confrontarsi con le proprie paure. Le tensioni continue con il resto dell'equipaggio: l'instabile e misterioso capitano interpretato da Jean-François Stéverin e il suo fedele secondo incarnato da Samir Guesmi, senza dimenticare il giullare di corte Moctar (Lazare Minoungou) e le continue avarie mettono in serio pericolo i suoi sogni d'evasione. Comincia allora una lotta instancabile contro le avversità della natura ma anche e soprattutto contro il lato oscuro degli esseri umani. “Homo homini lupus” (“l'uomo è un lupo per l'uomo”), ecco il mantra che accompagna il cargo partito da Le Havre, sorta di rifugio dal mondo ma anche arena dove combattere per la sopravvivenza.

Julien Samani ci propone una rilettura in chiave moderna, misteriosa e avventurosa di Joseph Conrad, sorta di omaggio cinematografico ad uno scrittore e ad un romanzo (Youth) che Samani ha amato profondamente. “La letteratura mi nutre” afferma il regista francese che decide per la prima volta di lasciare il mondo del cinema documentario per affrontare la finzione. Già dai suoi primi film si intuisce un desiderio di evasione, una volontà di raggiungere il confine tra realtà e finzione. Nel caso di Jeunesse il mistero, l'onirismo è racchiuso nella nave che conduce i protagonisti verso un'Africa sognata, irreale e potente. La loro è un'epopea simbolica dove il mare diventa metafora della loro trasformazione personale e l'interno labirintico e claustrofobico del mostro d'acciaio il riflesso dei loro tormenti interiori. Zico deve combattere per rimanere in equilibrio alla frontiera tra due mondi: l'innocenza placida sei suoi sogni e il duro e violento confronto con una realtà brutale dove regna la legge del più forte.

Jeunesse, come anche i suoi film precedenti, è popolato esclusivamente da uomini che lottano contro una natura inaspettata e selvaggia. Un universo maschile insomma dove il mito del super uomo lascia spazio ad un mondo fatto di emozioni esacerbate, sogni spezzati e sensualità. Il film è come rinchiuso in una dimensione onirica che prende il sopravvento sulla narrazione. Il viaggio non è che pretesto per parlare dei sentimenti profondi che animano i personaggi, in particolare Zico. La musica di Ulysse Klotz (composta in duo con il regista stesso), seducente come il canto di una sirena, accompagna con classe le immagini, spesso esteticamente grandiose, vestendole con una patina al contempo ruvida e melodiosa. Un film poetico e imprevedibile come il mare stesso. 

Jeunesse è prodotto da Alfama Films e coprodotto da Leopardo Filmes. Alfama Films si occupa dei diritti mondiali.

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